Vai in archivio al
 

Music

“Bareback Rider”

  Titolo: “Bareback Rider” Autore: Mason Proffitt Anno/Editore: 1973 ℗ 2006 Warner Bros. Genere: Country Rock Video: Guarda il video Allegato: Scarica Allegato

Recensione a cura di Ugo Sottile


Una splendida copertina dove campeggia un fregio liberty con una amazzone senza sella sul dorso di un cavallo il tutto immerso nel manto di un roano, all’interno del vinile dell’epoca un apribile ritrae una mandria di cavalli selvaggi con due splendidi mustangs in primo piano che sembrano andare così veloci da ingannare la reflex che li ritrae ma è chiaramente un effetto voluto, lo spirito della band è già chiaramente orientato. Nascevano nel 1969 nell’area di Chicago, Illinois, anche se i fratelli Talbot avevano alle spalle diverse esperienze vedi Chicago Sounds Unlimited, con l’album “Wanted ! Mason Proffit”, una miscela di folk, country, bluegrass e rock che li battezzava splendidi interpreti del cosmo country rock, seguito da “Moving Toward Happiness” del 1971, “Last night I Had The Strangest Dream” sempre del 1971, e “Rockfish Crossing” del 1972; nel 1973 usciva “Bareback Rider” quinto album ufficiale dei Mason Proffitt, tralasciando le riedizioni con assemblaggi tipo “Come and Gone” del 1974 che riuniva il primo ed il secondo album, e rappresenta anche l’atto conclusivo in studio della band; seguiranno a distanza di tempo due live acts  “Mason Proffitt is Back” del 2004 e “Still Hangin” del 2005 che nulla aggiungono alla loro storia. Creativi ed innovativi - Il loro stile ha fornito idee per le band a venire - i fratelli John e Terry Talbot  erano l’autentica dinamo della band. John era stimato come suonatore di banjo al punto che uno dei fratelli Scruggs, massimi esponenti del bluegrass ed autori fra l’altro della colonna sonora (”Duelling Banjos”) di un cult dell’epoca di John Borman “Un Tranquillo Weekend di Paura”, lo considerava uno dei migliori e detto da lui era il massimo, proprio perché Earl Scruggs era un autentico mostro con il banjo. Certamente meno fortunata di altre, la band è rimasta un oggetto sconosciuto nonostante la ritengo una fra le migliori interpreti del countryrock; molte delle loro canzoni sarebbero state inevitabili hits, peccato per loro non chiamarsi Eagles. Idealmente rivolti al glorioso passato della frontiera americana, spesso venivano ritratti nelle copertine  con atteggiamenti spavaldi vestiti da cowboys, desperados, oppure alla Wid Bill Hitchcok con John Talbot con il suo cappello di pelo stile trappers. Nei loro testi traspariva anche impegno politico, vedi “Black September/Belfast” o “Mother” sui temi della guerra, e sociale a favore dei nativi americani in brani come  “Flying Arrow” e la bellissima “Buffalo”, con puntate anche mistico religiose in “Better Find Jesus” ed in “I Saw The Light”.
Bareback Rider inizia con “Lilly” e l’accordo iniziale sembra quello di “Sweet Judy Blues” dei CSNY, un maestoso arpeggio di chitarre apre “Cottonwood” una love song in classico stile chitarra, piano, voce ed archi e malinconia per un passato ormai trascorso, in ”Setting The World on Fire”  viene riesumato Jerry Lee Lewis, ”Dance Hall Girl” è un walzer dal gusto forse troppo ammiccante in evidente Nashville style completo di dobro; “To A friend” è una delicata canzone sulla sottile linea fra amore ed amicizia, classica western ballad; “Stoney River” con violini ed armonica, semplicemente unica, “Black September/Belfast” già citata sopra, magnifica ballata trasudante pathos con accenni di archi barocchi ed il vento di settembre nero che soffia inesorabile con un finale dove John Talbot si diverte con il banjo annullando l’oceano che separa l’America dalla verde Irlanda, “I Saw The light “ lascia intravedere il futuro interesse dei Talbot per la musica  da chiesa battista, “Five Generation” è una struggente  canzone d’amore con uno  stupendo arrangiamento di archi sempre condotti da Jimmie Haskell; infine l’ultimo brano “Sail Away” con un arpeggio acustico iniziale, gli onnipresenti archi ed una strana melodia non perfettamente lineare vagamente Harrisoniana. In fondo è semplice CountryRock, ma con la maiuscola.

 

 

Questa non è pubblicità commerciale, ma una segnalazione ai nostri lettori nel rispetto del progetto editoriale Timeoutintensiva.it
 

email di contatto: segnalazioni@timeoutintensiva.it



Leggi anche :
 



Sezioni


Newsletter

  • Nome
  • Cognome
  • Email
  • Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo D. lgs. 196/03

Le vignette di TimeOutIntensiva

Noi aderiamo ai principi HONcode.verify here.
FOTO E MESSAGGI
inviati dai nostri lettori
manda una cartolina a un amico
con i quadri di "Daro" Diana
Fonti & Ringraziamenti

Numero (quasi) Interamente Dedicato alle T.I. Aperte.

Sul Blog i Contenuti particolareggiati
del Numero 22

Un Nostro Grazie a:

In Focus:

-dr. Alberto Giannini
-dott.sse Clara Suppa e Carlotta Montinaro
-dr. Sergio Li Vigni
per i loro articoli

In Racconti a Margine:

-Prof. Lucetta Fontanella e Alessandro Vitale-Brovarone
-“Il Guardiano”
-dott.ssa Sally Calva
per i loro racconti

In Out of Border:

-A Emilia Maggiordomo e 
Laura Costa
per la Sezione Dedicata
alla Poesia
di cui sono le Curatrici

In Technè

-dott.ssa Daniela Moggi
-dr. Lucio Sarno

In Graffiti:

-A Kjeti Karlsen

per le sue Fotografie

Ai nostri infaticabili:

-Ugo Sottile 
per la Musica,

-Andrea Cracchiolo 
e Daniela Palma

per Student Corner 

-i Nurses Educator
 Ismett di Palermo

per la rubrica Nurse Science,

da loro curata.

-Ad Antonio Corrado

per la sua vignetta.
 

Fonti Numero 22 Ottobre 2012:

Si ringraziano altresì:

-Ospedaleaperto.com

-Assessorato Salute Reg.
Emilia Romagna

-La Rivista Janus

-Scenario/Aniarti

-IL Giornale Italiano di Medicina

del Lavoro Ergonomia 
PI-ME,

Pavia ISSN 1592-7830

http://gimle.fsm.it

-

Nottidiguardia.it

-Sole 24 Ore Salute

-www.regione.Toscana.it

-Biomed Central Open Acces

http://www.biomedcentral.com/

-Evidence
www.evidence.it


Aggiornato al: 16 Ottobre 2012



Link Consigliati