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Neuroetica: Minority Report, le Neurotecnologie “Mindreading” ed il Libero arbitrio

04/10/2011  

Neuroetica

 

Minority Report, le Neurotecnologie “Mindreading” ed il Libero arbitrio

 

Una lettura “Neuroetica” del film Minority Report di Steven Spielberg

 

a cura di S. Vasta 

Anestesista-Rianimatore, 

Responsabile Editoriale Timeoutintensiva Openproject

 

 

Su Neuroethics, nel Marzo 2009, è uscito un interessante articolo, “Novel Neurotechnologies in Film—A Reading of Steven Spielberg’s Minority Report”, di Krahn, Fenton, (Bioeticisti che si occupano di Nuove e Neuro Tecnologie), e Meynell, (Filosofo) *, attraverso il quale, - insieme alla  ricca bibliografia sull’argomento-, si comprende come le nuove neurotecnologie, al di là dall’aiutare la nostra vita quotidiana facilitandola, ed affiancarci nel nostro “libero arbitrio”, al contrario possono essere mostrate (e usate poi nella realtà) come mezzo attraverso il quale aumentare il controllo sulla nostra libertà, per limitarla. Obiettivo quest’ultimo che non rientra affatto nella moderna ricerca sulle nuove neurotecnologie.

Di tutto ciò il Cinema, specie quello che guarda al futuro, ne ha percepito talmente il carattere potenziale “di controllo e di limitazione della nostra libertà”, che spesso mostra, delle nuove neurotecnologie, l’uso distorto che se ne può fare per il nostro “bene”.

 

La comunicazione attraverso il cinema (e altri media culturali) può svolgere infatti un ruolo persuasivo nel cercare di plasmare la coscienza pubblica, mostrandoci ciò che è eticamente in gioco con le nuove tecnologie. Questo può, a sua volta, indirettamente, influenzare il corso della ricerca, dello sviluppo e la diffusione delle eventuali innovazioni tecnologiche. I films che ritraggono il nostro futuro, sfruttando le possibili direzioni degli attuali sviluppi neurotecnologici, tendono sia ad illuderci su una possibile nuova era per una vita migliore, che a diffondere il panico su cosa questo possa significare per la nostra comunità umana. Sino a convincerci che per tenere a freno le neurotecnologie correttamente, è quasi richiesta una eroica resistenza al potere centralizzato.”*

 

Vedere la mente mentre “Vive”

 

Nel primo Novecento, con la psicoanalsi come paradigma regnante sui disturbi mentali, si pensava che la mente occupasse "uno spazio 'morale' tra il cervello organico, da un lato e lo spazio sociale e di condotta, dall'altro; uno spazio nel quale i sedimenti dei rapporti familiari ed umani erano inscritti, e forse anche quelli di una esistenza collettiva nella società. Questo spazio non poteva essere visto, poteva essere solo interpretato da parte di analisti o immaginato dai poeti o degli artisti.

 

Negli ultimi decenni, tuttavia, vi è stato uno spostamento nel guardare alla mente e al cervello, come “coestensive”, e le nuove tecnologie come la Tomografia Computerizzata (nel 1960), La Tomografia Computerizzata ad Emissione Singola di Fotoni (SPECT), la Tomografia ad Emissione di Positroni, la Risonanza Magnetica (nel 1980 ) e, più recentemente, la Risonanza Magnetica Funzionale hanno segnato alcuni progressi nel "vedere" il cervello “vivere”. Rose afferma, a questo proposito che, "la maggior parte di coloro che fanno uso di queste tecnologie, scrivono come se ora fossimo in grado di visualizzare l'interno del cervello umano e di osservarne la sua attività in tempo reale, in quanto pensa, percepisce, risponde emotivamente, e desidera; come se si potesse vedere la 'mente' in attività nel cervello mentre “vive". E' stato riportato che un gruppo di neuroscienziati del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences hanno, per esempio, recentemente annunciato una tecnica, usando scansioni cerebrali ad alta risoluzione, che essi sostengono renda possibile la capacità di guardare "dentro" il cervello dei soggetti, al fine di leggere le intenzioni della persona. Più in concreto, l'US Department of Homeland Security sta già testando una serie di sensori e tecnologie di imaging che leggono la temperatura corporea, la frequenza cardiaca e respiratoria come  "segni dell’ inconscio", invisibile ad occhio nudo.” *

 

Se a questo aggiungiamo che, le spiegazioni neurobiologiche di comportamenti violenti e/o criminali, e le strategie socio-politiche del controllo del crimine, sono state presentate da più di un decennio in nome della "salute pubblica" e della gestione del rischio, come qualcosa di assolutamente prioritario, comprendiamo come la premessa di fondo sembra essere, un domani, che il crimine è prevenibile perché le nuove neurotecnologie lo rendono prevedibile.

 

In ogni nuova tecnologia, -neurotecnologiche incluse-, vi è spesso un senso di promessa e contemporaneamente di pericolo, ed una tendenza ad immaginare gli estremi di entrambi. Neil Levy articola il nucleo di questo disagio, suggerendo che: "Gran parte degli interessi e l'ansia provocata dalle nuove tecnologie, e lo sviluppo delle neuroscienze, è centrato su due questioni: la misura con cui queste tecnologie potrebbero consentire ai loro utenti di leggere i pensieri delle persone, e... la misura con cui queste tecnologie potrebbero effettivamente essere utilizzate per controllare le persone stesse.” * 

 

Una visione “distopica” delle Neurotecnologie

 

Nel Film “Minority Report”, Steven Spielberg mostra ciò che è moralmente in gioco con l'introduzione delle nuove neurotecnologie, correre, contemporaneamente, su due opposti binari:

(1) mostrare all'uomo di essere libero e, al contrario, e al tempo stesso, sotto controllo;

(2) mostrare come le nuove tecnologie vengono giustificate in termini di efficacia nel favorire il controllo sociale, o proibite, un attimo dopo, in nome dell'autonomia individuale.

Una dicotomia che riteniamo eticamente superficiale e confusiva.

Minority Report, dà cioè, una visione distopica delle nuove neurotecnologie emergenti, che non coinvolge solo le questioni etiche con superficialità, ma rischia di impoverirle attraverso la sua piuttosto semplicistica analisi dicotomica.

 

“Le questioni etiche che vengono in superficie con questa visione distopica che ha Minority Report sono:

Perdita della privacy: La sorveglianza massiva è giustificata ampiamente da necessità sociali.

Sicurezza contro libertà civili: solo quelle libertà che non minacciano la sicurezza della comunità sono permesse. 

'Non fidatevi di nessuno': Minority Report dimostra che non possiamo fidarci di quelli che dovrebbero proteggerci. 

Fallibilità della Tecnologia: Nessun sistema è infallibile sia di previsione che di rilevamento. 

Le forze dell'ordine: la certezza putativa di futuri reati conduce all'abbandono dell’actus reus (del colpevole dell'atto) ed all’abbandono di un giusto processo. 

Rischio: In un clima politico di paura e insicurezza, gli spettatori sono chiamati a prendere in considerazione ciò che costituisce per loro un rischio accettabile.” *

Minority Report infatti ci dà un prevalente, anche se riduttivo, schema per comprendere, contemporaneamente, la tecnologia, sia come liberatoria che come dominante minaccia. Inoltre Minority Report, ignorando la dimensione relazionale e sociale di ciò che è moralmente in gioco con le nuove neurotecnologie, contribuisce ad inflazionare in maniera preoccupante la morale corrente.

 

Appare evidente l’assenza, da questo approccio, del senso della “matrice sociale”, che lavora a circoscrivere od ampliare le espressioni della libertà umana, della privacy, del controllo e del potere, che sono implicite nello sviluppo delle nuove neurotecnologie. Poichè le fiction ed i films di fantascienza influenzano l'immaginario collettivo e sociale, nei quali le considerazioni etiche e, in ultima analisi, le decisioni politiche hanno luogo, si corre il rischio di impoverire e sovvertire le questioni etiche legate a queste tecnologie, puntando sul sensazionalismo e sulla semplificazione.” *

 

Il Film e le tecnologie “Mindreading”

 

Il film mette in scena un breve romanzo di P. Dick, Rapporto di Minoranza, nel quale in un fantomatico 2054 la Polizia Precrime (Precrimine), avvalendosi del potere precognitivo dei “Precog”, tre umani dotati di capacità paranormali, è riuscita a porre fine a una delle piaghe che affliggono la società di oggi: l’omicidio.

Nel film, infatti, si indaga sui pericoli delle tecnologie “mindreading”, anche se con la distorsione che le menti siano lette a partire da persone che posseggono la capacità di precognizione. Non ci sono oggi, ancora, attuali sviluppi tecnologici che possano avvicinarsi a ciò (Precognizione). Nel film i Precognitivi, in effetti, vedono, nel futuro, possibili atti criminali, sintonizzandosi sul profondo senso di colpa sviluppato dagli autori dei delitti.

È in sostanza impossibile commettere un crimine perché, appena esso è stato solamente pensato, gli agenti della Precrime entrano in azione catturando il futuro assassino.

Nel Film, la tecnologia è usata per la previsione degli omicidi, interfacciando cervello e computer così da predire l'azione omicida, per consentire allo Stato di intercettare i potenziali assassini e prevenire gli omicidi. I tre Precogs - o come l'ispettore capo John Anderton (Tom Cruise) li chiama, "pattern recognition filters"-, sono collegati a neurotecnologie computerbased, che possono trasmettere i loro pensieri sotto forma di immagini, che contengono i dettagli degli eventi immediatamente successivi che porteranno a omicidi futuri. Una volta scaricate, queste immagini disgiunte vengono proiettate su uno schermo, dove Anderton agisce come un artista, narratore e direttore d'orchestra, utilizzando i guanti appositamente progettati, per manipolare i frammenti di immagini in collegamento tra loro, alla fine orchestrandoli in una narrazione coerente. Gli ufficiali Precrime, quindi, utilizzano le informazioni generate dall'analisi Anderton per catturare i soggetti prima che commettano i loro crimini. Una volta che gli aspiranti assassini sono identificati vengono rinchiusi “in stato di vita sospesa”, nella Hall of Containment.

 

Vediamo in Minority Report le azioni della polizia diventare una forma di management del rischio estremo, attraverso neuro informazioni avanzate, alla ricerca di indizi su ciò che è certo essere gli stati d'animo dei soggetti, e le loro intenzioni. E interpretiamo la Precogs, come estensione romanzata dell’uso di questo tipo di applicazioni neurotecnologiche, per visualizzare "fenomeni cognitivi" ai fini di migliorare la sicurezza sociale. 

I Precogs, più precisamente, mimano l'azione delle persone coinvolte nella scena del crimine in questione. Sono cioè a conoscenza di eventi che ancora non esistono, realmente, al tempo della precognizione; esercitando così una sorta di invasione della privacy che negli ambiti Precognitives è data dal potere che possegono i tre “precog”, cioè quello del "guardare oltre”. 

La futura società di Washington DC del 2054 convive cioè con un’estrema forma di sorveglianza continua e onnipresente, per il bene della patria.

Inizialmente si pone l’accento sulla presunta infallibilità dei “Precog”; tuttavia, quando la situazione coinvolge il protagonista e capo del progetto Precrime John Anderton in prima persona, che da agente diventa potenziale criminale, veniamo a conoscenza dell’esistenza, oltre al rapporto di prevalenza che assicura come e da chi verrà commesso il crimine, anche di un “rapporto di minoranza” che offre una seconda opportunità, nella quale il crimine può anche non essere commesso, ma che essendo “ rapporto di minoranza” e non prevalente, in genere viene archiviato. Si ha quindi un punto di svolta in quanto si ipotizza la possibilità della scelta, la libertà di decidere delle proprie azioni che rende l’uomo degno di essere definito tale.

Il rapporto di minoranza, il cosiddetto ”Minority Report”, offre quel barlume di speranza alla quale nessuno può rinunciare. 

Alla fine infatti la "precrimine" viene smantellata, ed il film si chiude con l'immagine dei precog che vivono serenamente in una casa lontanissima dalla civiltà, e da altre menti umane, e Anderton tornato insieme all'ex-moglie, in attesa di un secondo figlio. ” *

 

Il Romanzo: Libero Arbitrio, Responsabilità di Scelta e Dubbio

 

Philip K. Dick, nella breve storia da cui è tratto il film, scriveva tutto questo, per dare un’idea di ciò che avremmo pagato rincorrendo una galoppante libertà di sicurezza e di mercato, con una conseguente profonda perdita di privacy e di qualsiasi spazio pubblico, vale a dire dello spazio a cui tutti hanno accesso e in cui si può sperimentare un livello di anonimato.

Tema centrale del libro sono, infatti, il libero arbitrio e la responsabilità delle nostre scelte. Ed il dubbio.

Partendo dal presupposto che la caratteristica fondamentale di un’azione realmente libera sia l’indeterminazione, le predizioni dei Precog, indiscutibilmente di grande aiuto alla società, negano tuttavia la libertà dell’individuo, perché si può dire che un atto è libero quando non è determinato, cioè quando accade, ma potrebbe anche non avvenire.

 

Il Film: Un Libero arbitrio Monodimensionale

Normalmente, il nostro impegno di vita, e le azioni che riteniamo in ogni senso moralmente salienti, si svolgono tra gli eventi o stati di cose che costituiscono la nostra esperienza quotidiana, avendo senso e significato solo in relazione a un insieme piuttosto complesso di interrelazioni con gli altri ed il nostro ambiente. E’ all'interno del “complesso insieme” di condizioni, derivanti da tali interrelazioni, come espressione di un "mondo delle cause", che le nostre scelte godono del loro significato. La complessa serie di condizioni e le cause che costituiscono il contesto più ampio in cui agiamo, non sono di fatto minacce alla nostra autonomia, ma sono in realtà i fattori che consentono la sua espressione . E' questa prospettiva dell’agire, che è scomparsa nel libero arbitrio monodimensionale e semplicistico del film Minority Report 

Infatti, questo film, col suo discorso metafisico, ha poco da offrire alla neuroetica, che richiede un approccio più approfondito ed una presa di realtà nell’agire, nel potere, nella privacy e nella scelta.” *

 

Le Nuove Neurotecnologie e la nostra Privacy

 

“E in effetti, in Minority Report, le nuove Neurotecnologie sono mostrate come una minaccia potenziale della nostra privacy e delle libertà civili, permettendo un controllo draconiano dello Stato in nome della sicurezza. Tuttavia, la privacy oggi è minacciata da tutti i tipi di nuove tecnologie ( anche da quelle tecnologie non tanto nuove, come per es. le telecamere a circuito chiuso) che permettono un sempre maggiore controllo statale. Ma secondo il criminologo Lucia Zedner, la validità accreditata del "pre-crimine" rappresenta un cambiamento culturale più ampio: "Siamo sulla cuspide di uno spostamento verso una società pre-crimine, una società in cui si ha la possibilità di prevenire i rischi, cosa che ha la precedenza sul poter rispondere a torti fatti o subiti”. Questa tendenza preoccupante di sacrificare la privacy e le nostre libertà per la sicurezza, è indipendente dalle nuove neurotecnologie, che nella migliore delle ipotesi possono offrire solo un mezzo in più per la sorveglianza e il controllo.” *

 

Nel caso di Minority Report, le neurotecnologie sono implicate in una grave perdita della privacy e sono a loro volta viste come una minaccia per l'autonomia, e non come una tecnologia sviluppata per aiutare il nostro libero arbitrio.

 

 

 

 

Bibliografia

 

1. Neuroethics

Novel Neurotechnologies in Film—A Reading of Steven Spielberg’s Minority Report

Timothy Krahn & Andrew Fenton & Letitia Meynell  Published: 20 Marzo 2009

http://www.noveltechethics.ca/files/pdf/174.pdf  Free Download

* I tratti in corsivo si riferiscono alla traduzione di parti dell’articolo

 

2. Anonymous. Ambient Intelligence. Last update: 10 May 2008;

Wikipedia.org, available from:

http:// en.wikipedia.org/wiki/Ambient_intelligence   Access 3 Ott 2011 h 17:47

 

3. Wright D. Alternative Futures: AmI Scenarios and Minority Report. Futures 2008; 40(5):473-488.

 

4. Rose N. The Biology of Culpability: Pathological Identity and Crime Control in a Biological Culture. Theoretical Criminology 2000; 4(1):5-34.

 

5. Rollin BE. Of Mice and Men.  American Journal of Bioethics 2007; 7(5):55-57.

 

6. West, Patrick. Last update: 2007 October 31.

The nightmare of ‘pre-crime’. Spectator co uk.

http://www.spectator.co.uk/the-magazine/features/313761/the-nightmare-of-precrime-isalready-with-us.thtml. Access 4 Ott 2011, h 17:04

 

7. Zedner, L. 2007. Pre-crime and post-criminology? Theoretical Criminology 11:261–281.

 

 

Aggiornato al 12 Ottobre 2011

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Infine un grazie a tutto il corpo 

Redazionale della Rivista 

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Openproject

 


Fonti Numero 18, Ottobre 2011:

 

Si ringraziano altresì:

 

nottidiguardia.it

 

ospedaleaperto.com

 

SIAARTI

Commissione Bioetica

Coordinatore Dr. G.R. Gristina

http://www.siaarti.it/

 

Minerva Anestesiologica

 

Intensive care 

Edizione Italiana

 

Rivista Italo Europeo

www.italoeuropeo.com

 

Biomed Central Open Acces

http://www.biomedcentral.com/

 

Neuroethics

http://www.springerlink.com/

 

PLoS Medicine 

www.plosmedicine.org

 

Le Infezioni in Medicina

http://www.infezmed.it/

MenuIniziale.aspx

 

the Atlantic Magazine

http://www.theatlantic.com/

 

La Rivista “Internazionale” in .pdf

www.internazionale.it 

 

Am. J. Respir. Crit. Care Med. 2011, 

http://ajrccm.atsjournals.org/ 

 

Reuters Health Information 

 

 

Aggiornato al: 12 Ottobre 2011




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