Cercherò di spiegare perché ritengo che l’apertura di una Terapia Intensiva non significhi soltanto “la razionale riduzione o abolizione di tutte le limitazioni non motivatamente necessarie poste a livello temporale , fisico, relazionale” (Giannini A. Open Intensive care units:the case in favour. Minerva Anestesiol 2007 73: 299- 305), o meglio, perché ritengo che questa riduzione o abolizione sia necessaria, ma non sufficiente.
Il mio ragionamento parte dal principio morale utilitarista per cui ogni azione deve avere il fine di ottenere il massimo di utilità per tutti o per il maggior numero di individui interessati e dal rifiuto del paternalismo medico, cioè dell’atteggiamento secondo cui il medico conosce il bene del proprio paziente e può scegliere al suo posto proprio come un padre di famiglia conosce il bene dei suoi figli e sceglie per loro.
Nella pratica clinica non distinguo il sentire del medico/operatore sanitario da quello del paziente o del familiare, ma considero il medico/operatore sanitario anche paziente e familiare.
Spero di non essere troppo contorto nel ragionamento: ciò che può modificare il mio modo di agire (l’agire medico in questo caso) è la conoscenza delle conseguenze generate dall’azione che mi accingo a compiere o ad evitare, valutando le diverse posizioni dei soggetti interessati; nel caso della Terapia Intensiva cerco di eliminare tutte le limitazioni individuate da Giannini perché so che l’apertura della Terapia Intensiva segue un principio morale corretto.
Quali sono gli individui interessati?
I pazienti, i familiari, gli operatori sanitari.
Qualcuno ha un diritto maggiore, c’è un conflitto di diritti o di doveri? Il rispetto del diritto non risponde al principio morale utilitarista?
Assolutamente no!
Continuare a mantenere chiuse le Terapie Intensive significa negare un diritto: il diritto alla giusta comunicazione, alla giusta relazione, il diritto alla presenza degli affetti più cari, il diritto di scelta, diritti di ognuno di noi.
Non si può continuare ad ignorare le maggiori raccomandazioni della letteratura scientifica per la buona pratica clinica: a tutti sono noti i concetti di decisioni condivise, attenzione comunicativa, consenso informato, l’importanza del supporto spirituale, dell’educazione del personale, quanto la presenza dei familiari durante manovre di rianimazione, l’assistenza, prima, durante e dopo un decesso. Dobbiamo accettare tutto questo e riconoscerne la giusta dignità per la cura del paziente.
Stabilita la necessità di quanto sopra siamo comunque in difetto perché ci limitiamo soltanto ad un aspetto del diritto.
Il diritto del paziente è molto più ampio: il medico non può compiere qualsiasi atto senza un consenso né evitare di dare informazioni; il medico deve riconoscere la sovranità del paziente sul proprio corpo e sulla propria vita.
Come sostiene Maurizio Mori “…E’ l’interessato che deve scegliere ciò che intende sia fatto sulla propria persona. In questo senso, il consenso informato determina due conseguenze importanti:
A questo punto il modello terapeutico si modifica completamente; se comprendiamo ed accettiamo questo cambiamento possiamo dire di avere abbattuto tutte le barriere e scoperto o meglio riscoperto il significato della cura.
Ecco perché ritengo che si debba andare oltre…
La cura non può terminare al momento della dimissione, ma deve continuare nel tempo, oltre le diagnosi e le terapie, in una continua ricerca della Persona più che della patologia.
La recente costituzione di un’associazione di sanitari e di cittadini interessati ai temi dell’assistenza sanitaria, volta a promuovere la libertà di opinione e di cura, con particolare attenzione ai temi della bioetica, rappresenta il primo passo per cercare di favorire questo cambiamento. (http://www.associazionealdes.it)
Dott.Sergio Livigni Dirett. UO TI Osp. S.Giovanni Bosco TO
In Allegato Puoi Scaricare Il Ddl Sulle Terapie Intensive Aperte presentato il 3 Luglio 2012 alla Commissione Sanità del Senato.
Per Ulteriori informazioni sul Ddl vai al link:
G.Paternoster
Terapia Intensiva e Anestesia Cardiovascolare
Ospedale San Carlo Potenza
CARACT
2010 Pisa 17-19 Novembre
Bernardi L., Mazzon D., Bernard M. Et Alii
Evidence 2012; 4(3):e1000009
Numero (quasi) Interamente Dedicato alle T.I. Aperte.
Sul Blog i Contenuti particolareggiati
del Numero 22
Un Nostro Grazie a:
In Focus:
-dr. Alberto Giannini
-dott.sse Clara Suppa e Carlotta Montinaro
-dr. Sergio Li Vigni
per i loro articoli
In Racconti a Margine:
-Prof. Lucetta Fontanella e Alessandro Vitale-Brovarone
-“Il Guardiano”
-dott.ssa Sally Calva
per i loro racconti
In Out of Border:
-A Emilia Maggiordomo e
Laura Costa
per la Sezione Dedicata
alla Poesia
di cui sono le Curatrici
In Technè
-dott.ssa Daniela Moggi
-dr. Lucio Sarno
In Graffiti:
-A Kjeti Karlsen
per le sue Fotografie
Ai nostri infaticabili:
-Ugo Sottile per la Musica,
-Andrea Cracchiolo e Daniela Palma
per Student Corner
-i Nurses Educator Ismett di Palermo
per la rubrica Nurse Science,
da loro curata.
-Ad Antonio Corrado
per la sua vignetta.
Fonti Numero 22 Ottobre 2012:
Si ringraziano altresì:
-Ospedaleaperto.com
-Assessorato Salute Reg.
Emilia Romagna
-La Rivista Janus
-Scenario/Aniarti
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia PI-ME,
Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
- Nottidiguardia.it
-Sole 24 Ore Salute
-www.regione.Toscana.it
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence
www.evidence.it
Aggiornato al: 16 Ottobre 2012