Vai in archivio al
 

Racconti a margine

Asma e Burocrazia

16/12/2012  
Dr. Psycoapolide

Stavo doppiando l’angolo del ballatoio che divide la mia stanza dal corridoio del pronto soccorso, quando dietro di me sentii come un sibilo, ma più che un sibilo, uno stridore ritmato dal respiro; così rallentai e mi girai per capirne di più... e mi passò davanti quel fischio stridulo, intervallato dai passi di un uomo anziano piccoletto, vestito di poveri panni che tra uno stridore ed un passo, si dirigeva verso la porta di uscita, mormorando come una nenia ripetuta: “va bene vado a morire a casa. Se avete deciso così vado a morire a casa!” e con la sua ricetta in mano mi superò, io fermo lì che lo guardavo, lui pallido in viso, grigiastro, sudatissimo, con quel suo fischio laringeo in entrata ed in uscita di respiro. Lo seguii e accelerando il passo gli misi una mano sulla spalla, cercando di fermarlo, e gli dissi: “Ma dove va si fermi un attimo, ascolti…”. Quando si girò, era quasi cianotico in viso. Per la stanchezza non riusciva neanche ad alzare lo sguardo e piccolo com’era si accasciò sul muro ma restò in piedi tutto intento a respirare. Così feci un cenno ad un infermiere che, capita a volo la situazione, mi portò una sedia a rotelle dove lo feci sedere e lo portammo vicino ad un erogatore d’O2, gli sistemammo una mascherina sul viso dandogli ossigeno, quello di cui aveva più bisogno in quel momento, un filo di ossigeno che lo aiutasse a sopravvivere; tentò allora di parlare, ma gli feci cenno di non farlo e gli tolsi la ricetta che stringeva nella mano mentre tirava quell’ossigeno come fosse un mantice, sempre fischiando ad ogni tirata. Sulla ricetta, solo una richiesta per visita pneumologica e la diagnosi di grave broncopatia cronica asmatiforme, più una miriade di bolli ed autorizzazioni per una visita per l’indomani presso l’ambulatorio di pneumologia che lo seguiva. Lo sistemammo sulla sedia reclinando lievemente la spalliera, dato che se lo avessimo disteso non avrebbe respirato meglio, anzi… e mentre gli iniziavamo a fare un po' di terapia, dovetti dargli quasi l’ordine di non parlare ma solo di respirare il filo di ossigeno che gli stavamo erogando. Dopo un po’ era già più roseo, ma solo lievemente, meno sudato e il polso sembrava più regolare; come la pressione, che si stava attestando a livelli più bassi e fisiologici. Ma la sua voglia di parlare non era diminuita e quindi piano piano senza levarsi la mascherina dell’O2 mi disse: “Non l’ha capito!” “Chi non l’ha capito?” “La signorina delle prenotazioni.” una tirata di ossigeno e continuò: “Ero prenotato per domani per la visita, ma oggi stavo peggio di sempre”, altra tirata di ossigeno, “quindi sono venuto in ospedale. C’era tanta gente. Quando è arrivato il mio turno ero stremato, mi sono messo ad implorarla di farmela fare oggi la visita”, questa volta respirò dalla mascherina l’ossigeno diverse volte, “ma lei niente, la visita era per domani e doveva essere domani, neanche mi guardava tanto lavoro aveva.” Si ferma, respira, si sistema meglio sulla sedia, respira ancora e riprende, non c’era modo di fermarlo: “Le dissi che il mio fischio si era aggravato che respiravo male che mi permettesse di salire. Era irremovibile, intenta a mettere bolli e bolli sulla ricetta confermandomi domani. E allora ho capito che non c’era altro da fare che andare a morire a casa nel mio letto e sono sceso.” “Ma non poteva venire a farsi vedere qui in pronto soccorso?” “Non ci ho pensato, né lei me lo ha detto.” E mi guardò con quei suoi occhi limpidi. La burocrazia aveva rifiutato di assisterlo quando ne aveva più bisogno e fedele al suo pneumologo, che lo seguiva da anni ed alle liste di attesa, aveva deciso di andare a casa. Gli chiesi il nome di chi lo curava e fortunatamente chiamando su in reparto lo trovammo di guardia. Quando gli dissi chi fosse il paziente e cosa fosse successo, il tempo dell’ascensore e fu lì a dirgli: “Ma non poteva salire su da noi?”… ma lui niente. Lui, era ligio alle code e se quella signorina gli aveva detto domani sarebbe stato domani. Una strampalata maniera di pensare causata anche dal fatto che il suo cervello oramai intossicato dalla anidride carbonica prodotta in gran quantità, che i suoi polmoni non riuscivano a smaltire, lo portava a ragionare in maniera anche bislacca e tra burocrazia e anidride carbonica oltre al pensiero semplice ed essenziale che si ritrovava, aveva deciso di andare a casa a morire tanto non c’era altro da fare sino all’indomani. Gli esami intanto giunti dal laboratorio e l’emogasanalisi confermarono che più che una visita aveva bisogno di un ricovero… “Ma non poteva stamattina chiamare l’ambulanza e farsi portare in ospedale?” insistetti. “Non ero così grave quando sono partito da casa, ma l’autobus non passava e siccome ci sono solo alcune centinaia di metri li ho fatti a piedi.” “Sotto il sole,” aggiunsi io, “ed è arrivato alle prenotazioni mezzo morto.” “Sì questo è stato, ma stavolta ho incontrato lei e sembra che sta andando a finire bene.” “E se non mi incontrava e non passava vicino al pronto soccorso per uscire ?” “Andavo a morire a casa.”. La mia risata non lo offese anzi tentò una risata pure lui, seguita da una scarica di colpi di tosse che lo fecero diventare tutto grigio. Si riprese con lunghi fischi e lunghe prese di ossigeno, lo sistemammo meglio, seduto su una barella con lo schienale quasi verticale, la mascherina dell’ossigeno premuta sul volto, e si avviò verso l’ascensore salutandoci con grandi fischi, spinto dall’ausiliario e accompagnato dal “suo” pneumologo che lo seguiva con tutti gli esami ed il referto in mano. Lo vidi scomparire alla chiusura delle porte automatiche mentre ancora tossiva e salutava insieme. Un piccolo uomo fischiante che aveva deciso di vincere la sua battaglia contro la burocrazia andando a morire nel suo letto ma era stato salvato dal caso, sempre che il caso esista.


*L’anonimato dell’autore è regola non negoziabile al permesso di pubblicazione, da noi richiesto, di questo racconto di pura fantasia.

Allegato: Scarica Allegato
Leggi anche :
 



Sezioni


Newsletter

  • Nome
  • Cognome
  • Email
  • Autorizzo il trattamento dei miei dati secondo D. lgs. 196/03

Le vignette di TimeOutIntensiva

Noi aderiamo ai principi HONcode.verify here.
FOTO E MESSAGGI
inviati dai nostri lettori
manda una cartolina a un amico
con i quadri di "Daro" Diana
Fonti & Ringraziamenti

Fonti & Ringraziamenti

Sul Blog i Contenuti del Numero 23

Un Nostro Grazie a:

In Cover:
-Dr. Giuseppe Sammartano

In Focus:
-dr. Gaetano Trabucco

-dr. Angelo Napoli

-dott.ssa. Valeria Gonfalonieri

In Racconti a Margine:
-al Dr. Psicoapolide
per il suo racconto

In Out of Border:
-A Emilia Maggiordomo e 
Laura Costa

per la Sezione Dedicata

alla Poesia

di cui sono le Curatrici

In Student Corner
-dott.ssa Tania Lazzaro
-dr. Gaspare Vetrano

In Graffiti:
-A Nuccia Cammara
per le sue Immagini

e Vito Petruzzellis
per il Commento

A L'ASP di Palermo

per Il Permesso alla Pubblicazione

concesso agli autori.

In Nurse Science:

-Elsa Labelli

-Laura Bertossi

-Cristiano Cortello

da Scenario (Aniarti)


Ai nostri infaticabili:
-Ugo Sottile 
per la Musica,
-Andrea Cracchiolo 
e Daniela Palma
per Student Corner
-i Nurses Educator
 Ismett di Palermo
per la rubrica Nurse Science,
da loro curata.
-Ad Antonio Corrado
per la sua vignetta.

Fonti Numero 23, Dicembre 2012:
Si ringraziano altresì:
-La rivista “Trapianti”
-La SIPE
(Società Italiana Psicologia Emergenza)
-Ricerca & Pratica
-Il Pensiero Scientifico Editore
-La Fondazione
Giancarlo Quarta ONLUS
-L’ISTAT
-ISS
-SIMIT

-La rivista Scenario e L'Aniarti
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia 
PI-ME
Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
-Quotidiano di Sicilia

-Intensive Care Med 2004 Ed. Italiana
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/

-Evidence 
www.evidence.it

 

 

 

Aggiornato al: 20 Dicembre 2012



Link Consigliati