TI HO GUARDATO FINO A NON VEDERTI
M.F. Sapuppo
 


Se tra la memoria e il ricordo è artefice il tempo, allora il loro tempo è stato eccessivo per potere entrare dentro un ricordo.
Loro sono quelli che noi chiamiamo cronici, ma di cui per pudore in cartella scriviamo lungodegenti. Provengono tutti dal regno dell'uomo. Hanno corpi orribili. Rattrappiti o iperestesi. Bocche spalancate o serrate. Occhi senza sguardo dentro di sè fuori di sè. Loro una volta sono stati pazienti acuti. Per tanti giorni vicini a loro ne abbiamo guardato i visi, mai più ne abbiamo visto il volto o la faccia. Gridano suoni senza parole, sentono i suoni dalle parole. Noi Medici li sfioriamo appena. Sono la nostra depravazione terapeutica, rivolgiamo loro cure con la certezza di non farcela. Ed il prezzo che si paga per salvare tra gli insalvabili quelli che ogni tanto si salvano. Loro sono i fantasmi del nostro limbo, sospesi come siamo tra l'onnipotenza e l'impotenza. Pensiamo, noi Rianimatori, di poter cambiare la storia naturale del paziente e della malattia, ma poi, ci accorgiamo che così non è. Perchè? non ho detto basta quando lo potevo dire, ma come facevo a sapere. Non vi sono dubbi su quello che si deve fare, ma su come il paziente andrà... Apparterrà dopo la rianimazione al regno dell'uomo, o continuerà a viaggiare con una valigia vuota di ricordi e di attese? Noi creiamo i mostri e poi ne abbiamo paura.


 
tratto dal numero 14