Fine Vita e Fumetti
La versione di Dylan Dog sul fine vita:
Mater Morbi
Recensione e Video

 



www.timeoutintensiva.it, N°13, Aprile 2010, News


Video promozionale per Dylan Dog #280.

Trailer di Mater Morbi, il Dylan Dog scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Massimo Carnevale in uscita il 23/12/2009.

http://www.youtube.com/watch?v=A5FzysdeXWU

 





«C'è stato un tempo in cui ero un uomo, qualsiasi cosa questo significhi. Poi le cose sono cambiate. La malattia mi ha cambiato».Parole che non t'aspetteresti da quello sciupafemmine seriale di Dylan Dog, la cui principale occupazione è sempre stata quella di sedurre le clienti. Un malessere improvviso – non a caso mentre è a letto con una di loro – e l'indagatore dell’incubo, a suo agio tra i morti viventi, si ritrova suo malgrado vivo morente. L'arrivo in ospedale, «il luogo dove si è più soli al mondo, l'avamposto prima del nulla», gli accertamenti medici sempre più invasivi che gli rivelano una massa oscura nell’addome. Ancora: l'operazione chirurgica, il deperimento organico, lo sbriciolarsi delle difese, il corpo inerme e spoglio, attaccato a una macchina per alimentare quel poco di vita rimasta.


Luca Telese, sul giornale il Fatto quotidiano di qualche giorno fa, consigliava una lettura "politica" per quest'ultima storia di Dylan Dog «agli esponenti del centrosinistra e non solo». Se non altro per “tenere in vita” qualche perplessità, perché come aveva detto Gianfranco Fini con riferimento al “caso Englaro”, c'è davvero da invidiare chi ha certezze su qesti fatti. «Ho solo dubbi – disse il presidente della Camera – e uno su tutti: qual è e dov'è il confine tra un essere vivente e un vegetale?».


In questo albo di gennaio, il 280 della serie, intitolato Mater Morbi, l'ex agente di Scotland Yard ed ex alcolista – abituato a disinvolte discese negli inferi per combattere demoni d’ogni specie – varca una soglia, se possibile, più temibile: quella che separa i sani dai malati. «Uno spazio infinito che neanche l'amore può colmare, perchè chi si ammala è irrimediabilmente fuori dal consorzio umano».


http://www.lucacoscioni.it/rassegnastampa/la-versione-di-dylan-dog-sul-fine-vita


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tratto dal numero 14