numero 14
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26 luglio 2010
Quel corpo da cui tutti attingono
di S.Vasta
 
In risposta ai nostri lettori:
Mare dentro
un film di
Alejandro Amenàbar
(2004)

Lo scafandro e la farfalla
un Film di Julian Shnabel
(2007)


Scarica il file in PDF

"Chi vuol donare la morte ad una persona che vive ma è differente dalla massa, chi si arroga la parola di tutti solo perchè si sente politicamente popolare, in realtà viola se stesso e il diritto di tutti, il diritto di esistere." Questa che leggete, cari lettori, è una frase dell'ultima lettera scrittaci sul tema dell' eutanasia e lasciata in quella buca delle lettere che è il nostro Forum. La maggior parte di voi ha scritto di eutanasia e sul caso Englaro nel nostro Forum con grande libertà, e con un ventaglio di posizioni che vanno dal desiderare una Eutanasia pragmaticamente regolamentata come in Belgio e Olanda, al considerare l'eutanasia  semplicemente come un omicidio, cioè una interruzione della vita umana volontaria e colpevole. La "Buona morte" (la parola eutanasia derivata dal greco antico significa questo – vedi approfondimento-) fa paura anche a pronunciarsi figuriamoci se si parla di suicidio assistito. Si scivola così dall’ Eutanasia al testamento Biologico e alle indicazioni di fine vita che fanno meno paura proprio perchè compromessi possibili sulla propria fine, e che saranno ciò che verrà scelto probabilmente a livello legislativo.

Nutriamo inoltre l’ impressione che tra noi ed il problema, tra noi e quel povero corpo, quella drammatica esistenza ed i suoi familiari, quella vita che diventa un'altra vita, sempre dolorosa; tra noi e la comprensione del fenomeno, si siano inteposte per mesi ed anni parole approfondimenti e riflessioni che spesso dimenticavano il problema dal quale si era partiti. La persona colpita da queste patologie che divengono percorso di vita.

Queste parole, troppe, hanno rappresentato una cortina fumogena che non ci ha fatto intravedere il vero problema: prima di esprimersi, ognuno con la propria libertà e fede, bisognerebbe forse identificarsi "in quel corpo da cui tutti attingono", il corpo del paziente,  che più che un corpo è un "corpus" formato da un gruppo, la famiglia, la cui malattia del congiunto diviene, anch'essa, loro percorso drammatico di vita. Forse la paura della parola e della morte preannunciata senza appello da se stessi, Eutanasia, ha creato una "polilalia" reattiva, che ha messo coloro a cui sarebbe destinata, al riparo dal farcene avvicinare  anche nel pensiero.

Credo ci si debba fermare un attimo e proporsi un percorso diverso, un altro punto di vista, cioè un percorso identificativo. Forse, prima di pronunciare la parola successiva su questo problema, dovremmo tutti andare al  cinema, e vedere qualcosa che può servire a diradare questa cortina fumogena fatta di parole, vivendo in diretta, il "Corpus Drammatico" di queste vicende attraverso la trama di 2 film che vi proponiamo, dove un “catastrofico” cambiamento si abbatte come un tuono sulla vita di tutti loro, pazienti e familiari. L'identificazione nel dolore che rappresentano, forse può permettere ad ognuno di noi di comprendere più profondamente di cosa stiamo parlando.La scelta dei Film, "Mare dentro" e “Lo scfandro e la farfalla”, non intendono essere in alcun modo un manifesto del nostro pensiero, ma solo delle testimonianze di “vissuti” da approfondire. Un tentativo di invitarvi ed invitarci ad una forte riflessione comune, prima di ricominciare il dibattito. “Time Out”

S. Vasta


Mare dentro (Mar adentro nell'originale) è un film di produzione spagnola del 2004, presentato in concorso alla 61a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Diretto da Alejandro Amenábar, vede fra gli interpreti Javier Bardem, vincitore proprio a Venezia della "Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile", e Belén Rueda.

Tratto da una storia vera, la pellicola, incentrata sul tema dell'eutanasia, narra la vicenda di Ramón Sampedro, un uomo costretto a letto (interpretato da Javier Bardem) a causa di un grave incidente, un tuffo da uno scoglio finito male, che lo ha lasciato tetraplegico. Passa il tempo a guardare dalla finestra, a scrivere poesie e vorrebbe che qualcuno lo aiutasse a morire. Dopo 28 anni vissuti in questo modo, tenta perciò una battaglia legale nei confronti del governo spagnolo per ottenere il diritto all'eutanasia. Viene così a trovarsi al centro di un caso mediatico, che divampa fra quanti sono favorevoli alla sua richiesta e quanti la osteggiano, per motivi etici. Nella sua vicenda, Ramón viene assistito dalla famiglia del fratello, che dal giorno dell'incidente si prende cura di lui, e da Julia, una avvocatessa affetta da una malattia neurodegenerativa e quindi compartecipe della sua situazione.

I due finiscono per innamorarsi l'uno dell'altro e, quando il processo volge al peggio, con i giudici decisi a negare l'eutanasia, meditano il suicidio insieme.

All'ultimo momento però…

Premio Oscar 2005: miglior film straniero.
Mostra del cinema di Venezia 2004: Gran premio della giuria, Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile (Javier Bardem)
Golden Globe per il miglior film straniero
National Board of Review Awards 2004: miglior film straniero
Independent Spirit Awards 2005:miglior film straniero

da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Mare_dentro


Lo scafandro e la farfalla è un film del 2007, diretto da Julian Schnabel, vincitore del premio per la migliore regia al Festival di Cannes 2007.

Il film è basato sull'omonima monografia di Jean-Dominique Bauby, Lo scafandro e la farfalla (Le scaphandre et le papillon), in cui Bauby descrive la sua vita dopo aver avuto un ictus che lo ha ridotto in uno stato di Sindrome locked-in, lasciandogli come unico mezzo di comunicazione con il mondo il battito della palpebra sinistra**.

La trama

Nel dicembre del 1995, all'età di 43 anni, Jean-Dominique Bauby - dinamico e carismatico direttore di ELLE Francia - fu colpito da un ictus devastante che ne rese inattivo il sistema cerebrale e ne cambiò la vita per sempre. Superato un iniziale stato di coma, si svegliò per scoprire di essere vittima di una sindrome locked-in - mentalmente vigile ma prigioniero dentro il suo stesso corpo, in grado di comunicare col mondo esterno solo attraverso il battito della palpebra dell'occhio sinistro. Costretto a confrontarsi con quest'unica prospettiva di vita, Bauby riuscì a costruire un ricco universo interiore per trovare dentro di sé le uniche due cose che non fossero paralizzate: l'immaginazione e la memoria. All' Hospitale Maritime di Berck-Sur-Mer imparò un alfabeto completamente nuovo, che codifica le lettere più frequenti del vocabolario francese. Queste parole, queste frasi, questi capitoli dolorosamente espressi lettera per lettera, raccontano la storia di una profonda avventura all'interno della psiche umana e della battaglia tra la vita e la morte. Questo alfabeto riuscì a scardinare la prigione del corpo di Jean-Dominique, che lui chiamava il suo scafandro, ed aprì gli sconfinati territori della libertà interiore, da lui chiamati la farfalla.

**Per scrivere l'intero libro ci sono voluti circa 200.000 battiti di ciglia, e per comporre ogni parola occorrevano due minuti. Il libro fa una cronaca degli eventi giornalieri, e come viva una persona in uno stato di Locked-In syndrome.

http://it.wikipedia.org/

Approfondimenti clicca su: “Euthanasia”: a confusing term, abused under the Nazi regime and misused in presentend-of-life debate di Andrej Michalsen e KonradReinhart

Se no vai all’ url (copia ed incolla):http://www.timeoutintensiva.it/archivio/10.1007_s00134-006-0256-9.pdf

Questa non è pubblicità commerciale, ma una segnalazione ai nostri lettori nel rispetto del progetto editoriale Timeoutintensiva (N° 7 ottobre 2008).


 
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