Recensione a cura di Ugo Sottile
Nascono nel 1967 Peter Green chitarra, John Mc Vie batteria e Mike Fleetwood basso, tutti transfughi dai “Bluesbreakers” di un certo John Mayall; l’aggiunta di Jeremy Spencer completa la formazione arricchita nel 1968 dall’innesto di un’altra lead guitar quella di Danny Kirwan, tre splendide chitarre soliste un basso e batteria; è uno dei migliori momenti del rock blues inglese. Il magico tocco di Peter Green che non aveva nulla da invidiare al ben più famoso Eric “Slowhand” Clapton apporta nuova linfa allo straripante rockblues, autori fra l’altro della famosa “Black Magic Woman” più tardi celebrata da Carlos Santana in “Abraxas”, sfornano il primo album “Fleetwood Mac” nel 1968 seguito da “Mr Wonderfull”; nel 1969 nasce “Then Play On” splendido esempio di come anche il rock blues non sia un mero esercizio tecnico dove non serve e non basta insistere su riffs e note arciconosciute e che è possibile sperimentare anche all’interno di un contesto canonico senza snaturarlo; si tratta sempre di rock blues ma il ritmo viene arricchito da sonorità più rarefatte atipiche per il genere e per i tempi, così a tratti il suono rallenta alla ricerca di insolite armonie e le note sembrano spandersi nell’aria, morbide e lente come cerchi nell’acqua .
“Then Play On”, il cui titolo rimanda ad una commedia shakespeariana dove si esorta a suonare dal momento che la musica è il nutrimento dell’amore, è caratterizzato da una fortissima vena creativa, anche grazie al contributo di Danny Kirwan che firma tre brani nell’edizione vinilica diventati cinque; nel cd, dove compaiono due missed pieces “My Dream” e “When You Say”, ti sorprende brano dopo brano con l’incontro fra incisivi accordi blues e pause acustiche; “Coming Your Way” apre le danze, la chitarra che sembra suonata dalla mano sinuosa di un serpente, la splendida “Closing My Eyes” di Peter Green lenta e melodica con intermezzo di chitarra spagnoleggiante semplicemente incredibile, con “Show-Biz Blues” si ritorna al classico, ma quanto sono belle le accelerazioni e gli arresti improvvisi che Peter Green ed i suoi riescono ad imprimere alle corde delle loro chitarre, “My Dream” dolce sino all’inverosimile, “Underway” riesce ad essere psichedelicamente mistica alla Hendrix; ed ecco la fantastica “Oh Well” quasi nove minuti suonati al fulmicotone all’inizio con aperture a virtuosismi da musica classica con Peter Green che si esibisce persino al cello nella versione cd; quindi i nostri si prendono un meritato riposo con “Although The Sun Is Shining” con la sua lenta progressione ed accenni a primi stilemi del brit-pop nel ritornello; “Rattlesnake Shake”, altro capolavoro che mi sembra del tutto inutile raccontare, precede l’incalzante train sound di “Searching for Madge” con il suo finto arresto da cazzeggio per continuare imperterrita senza respiro scandita dalla irrefrenabile batteria di John Mc Vie, e prima della fine c’è addirittura lo spazio per un accenno di archi classici subito sovrastato dal ritorno del riff iniziale in chiusura; “Fighting For Madge” è sulla identica falsa riga, tanto che sembra il secondo atto dello stesso pezzo, quindi la melodica “When You Say” e “Like Crying” una delicata ballata scandita da una chitarra che gioca sempre sulle stesse note entrambe di Danny Kirwan; l’album si chiude in maniera eccezionale con “Before The Beginning” epica conclusione di un autentico capolavoro.
Di li a poco Peter Green abbandonerà il gruppo dopo il canto del cigno “Blues Jam At Chess” live in Chicago, suonato durante il tour americano con artisti neri del calibro di Otis Spann e Willie Dixon e nel 1970 esce il suo primo album senza il gruppo ed è l’album dell’anno “The End Of The Game,”; i Fleetwood continueranno a suonare insieme senza Green con alterne vicende e continui cambiamenti di formazione come l’abbandono di Danny Kirwan rimasto sino a “Klin House”, l’ingresso di Christine Perfect / Mc Vie ex Chicken Shack per approdare definitivamente ai lidi americani con l’avvento di Lindsey Buckingam e Stevie Nicks, messo in cantina il suono sporco degli esordi. Di contro avranno un notevole successo commerciale specialmente con l’album “Rumours”, John Mc Vie e Mike Fleetwood saranno gli unici superstiti della band originale ma i tempi di “Then Play On” sono ormai remoti.
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A.N. Cracchiolo*, D.M. Palma*
Anestesia e Rianimazione Polivalente II “G. Trombino”
Azienda Ospedaliera Nazionale di Rilievo ad Alta Specializzazione
AORNAS Ospedale Civico Di Cristina Benfratelli Palermo
* Timeoutintensiva Open Project
The ACCORD Study Group.
a cura di S.Vasta*
Anestesista-Rianimatore
*Responsabile Timeoutintensiva Open Project
Un Nostro Grazie a:
In Copertina:
Alla Prof.ssa Virginia Romano
ed all’Università “Kore” di Enna
Per l’Articolo “Etnografia in Emergenza: Pratiche di Traduzione di un Artefatto"
In Focus:
A Gabriella Cinà Per “Arteterapia
nell’Ambito dei Trapianti d’organo”
In Racconti a Margine:
A Pentothal per il racconto
“La Quarta Dimensione Esiste”
In Out of Border:
A Emilia Maggiordomo e Laura Costa
per la Sezione Dedicata alla Poesia di
cui sono le Curatrici
In Graffiti:
A Claudio Battista che ci ha permesso di allestire una mostra delle sue Fotografie
Ai nostri infaticabili:
Ugo Sottile per la Musica,
Andrea Cracchiolo e Daniela Palma
per Student Corner e ad i
Nurse Educator
dell’ Ismett di Palermo per la rubrica
Nurse Science,
da loro curata.
E Ad Antonio Corrado per la sua
vignetta.
Fonti Numero 20, Marzo 2012:
Si ringraziano altresì:
Il Ministero della Salute e
L’ISS
Il Centro Nazionale Trapianti
La SIAARTI
http://www.siaarti.it/
IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro ed Ergonomia PI-ME,
Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
Le Infezioni in Medicina
www.infezmed.it/ MenuIniziale.aspx
Intensive Care Edizione Italiana
Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
Aggiornato al: 28 Marzo 2012