«La montagna incantata è un fedele, complesso, esauriente ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo.» Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar concludeva l’introduzione all’edizione della Montagna incantata da lui tradotta nel 1965 e salutata come esemplare e capace di trasmettere appieno lo stile e lo spirito dell’opera.
Genesi dell'opera
Mann iniziò a lavorare a La montagna incantata nel 1912, concependo inizialmente il progetto come un racconto breve in cui sviluppare in chiave ironica alcuni dei temi già presenti in La morte a Venezia. L'idea centrale riflette le esperienze ed impressioni relative al soggiorno della moglie, a quel tempo sofferente di una malattia polmonare, nel sanatorio del dottor Friedrich Jessen a Davos in Svizzera, durato diversi mesi. Mann le fece visita nel maggio e giugno del 1912, facendo la conoscenza del personale e dei degenti di questo centro medico cosmopolita. Secondo quanto affermato dallo stesso scrittore in un'appendice più tardi aggiunta al volume, l'esperienza fornì il materiale per il primo capitolo (L'arrivo) del romanzo. Lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe il lavoro sul libro. Il conflitto e le difficili condizioni del dopoguerra indussero l'autore a un sostanziale riesame della società borghese europea che tenesse conto delle perverse tendenze distruttive mostrate da una gran parte dell'umanità cosiddetta 'civilizzata'. Si trovò inoltre a considerare con rinnovata attenzione l'atteggiamento dell'individuo nei confronti di questioni quali la malattia, la morte, la sessualità. Ne conseguì una sostanziale revisione del testo che venne notevolmente ampliato e finalmente completato nel 1924. Der Zauberberg fu pubblicato in due volumi, nel novembre dello stesso anno, dall'editore S. Fischer Verlag a Berlino.
La trama
Il libro ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos. Quando il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese; ha però le sue curiosità spirituali ed è intellettualmente aperto all’avventura. A contatto con il microcosmo del sanatorio, vero e proprio panorama di tutte le correnti di pensiero dell’epoca, il suo carattere subisce un’evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia (Behrens e Krokowski), l’amore (la signora Chauchat), il razionalismo e la gioia di vivere (Settembrini), il pessimismo irrazionale (Naphta), senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. Nel mondo della «montagna magica» dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere. Paradossalmente (l’umorismo di Mann), dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell’inutile strage della «grande» guerra. «Il Graal che egli, anche se non lo trova, intuisce nel suo sogno quasi mortale prima di essere trascinato dalla sua altezza nella catastrofe europea», disse Mann, parlando agli studenti di Princeton nel 1939, alla vigilia di un’altra strage, «è l’idea dell’uomo, la concezione di un’umanità futura, passata attraverso la più profonda conoscenza della malattia e della morte. Il Graal è un mistero, ma tale è anche l’umanità: poiché l’uomo stesso è un mistero, e ogni umanità è fondata sul rispetto del mistero umano... Fate il favore di leggere il libro sotto questo angolo visuale: troverete allora che cosa sia il Graal, il sapere, l’iniziazione, quel 'supremo' che non solo l’ingenuo protagonista, ma anche il libro stesso va cercando.»
Il Frammento di un brano
"E questo contrasto tra i poteri della castità e dell'amore... come va a finire ? Finisce apparentemente con la vittoria della castità. Timore, decenza, pudico ribrezzo, tremante bisogno di purezza sopprimono l'amore, lo tengono incatenato nelle tenebre... Se non che questa vittoria della castità è… una vittoria di Pirro... poiché l'amore represso non è morto ma vive nelle tenebre dentro di noi e infatti, come bisogno, ricompare mutato, irriconoscibile. E qual'è mai la maschera sotto la quale ricompare l'amore non ammesso e trattenuto ?” E a questo punto Krokowski disse: “Sotto la maschera della malattia ! Il sintomo morboso sarebbe amore camuffato e ogni malattia amore trasmutato."
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G.Paternoster
Terapia Intensiva e Anestesia Cardiovascolare
Ospedale San Carlo Potenza
CARACT
2010 Pisa 17-19 Novembre
Bernardi L., Mazzon D., Bernard M. Et Alii
Evidence 2012; 4(3):e1000009
Numero (quasi) Interamente Dedicato alle T.I. Aperte.
Sul Blog i Contenuti particolareggiati
del Numero 22
Un Nostro Grazie a:
In Focus:
-dr. Alberto Giannini
-dott.sse Clara Suppa e Carlotta Montinaro
-dr. Sergio Li Vigni
per i loro articoli
In Racconti a Margine:
-Prof. Lucetta Fontanella e Alessandro Vitale-Brovarone
-“Il Guardiano”
-dott.ssa Sally Calva
per i loro racconti
In Out of Border:
-A Emilia Maggiordomo e
Laura Costa
per la Sezione Dedicata
alla Poesia
di cui sono le Curatrici
In Technè
-dott.ssa Daniela Moggi
-dr. Lucio Sarno
In Graffiti:
-A Kjeti Karlsen
per le sue Fotografie
Ai nostri infaticabili:
-Ugo Sottile per la Musica,
-Andrea Cracchiolo e Daniela Palma
per Student Corner
-i Nurses Educator Ismett di Palermo
per la rubrica Nurse Science,
da loro curata.
-Ad Antonio Corrado
per la sua vignetta.
Fonti Numero 22 Ottobre 2012:
Si ringraziano altresì:
-Ospedaleaperto.com
-Assessorato Salute Reg.
Emilia Romagna
-La Rivista Janus
-Scenario/Aniarti
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia PI-ME,
Pavia ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
- Nottidiguardia.it
-Sole 24 Ore Salute
-www.regione.Toscana.it
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence
www.evidence.it
Aggiornato al: 16 Ottobre 2012