Recensione a cura di Ugo Sottile
Ennesima prova per Kenny Anderson, prolifico autore scozzese che con lo pseudonimo di “King Creosote“ produce buona musica con una continuità che ha dell’inverosimile, al suo attivo più di cinquanta album dal 1995 ad oggi. E’ in grado di spiazzarti con il suo uso di accordion e concertina che a tratti gli conferiscono vaghe sonorità cajun d’oltre oceano peraltro sviluppate in un contesto “slow core” senza ombra di dubbio più armonioso che ritmico, nel 2005 partecipa ad un album tributo a Jeff Buckley “Dream Brother” dove dà la sua incantevole versione di Grace” contenuta anche nell’album dello stesso anno “Rocket D.I.Y.” La sua è musica che si sprigiona dall’anima sempre piena di intuizioni squisitamente acustiche che sono la sua connotazione essenziale con la sua tenera voce che riesce a restituire alla musica folk una dimensione intimista di rara intensità, spesso usa rileggere composizioni precedenti arricchendole di nuovi arrangiamenti che contribuiscono a suscitare nuove emozioni, come un pittore che non intende terminare mai la sua opera ritenendola sempre migliorabile, alla ricerca della chimerica bellezza dell’incompiuta perfetta. Diamond Mine rappresenta un nuovo capitolo della sua carriera musicale in quanto si avvale della collaborazione del giovane John Hopkins, talento londinese emergente dell’elettronica, già incontrato in precedenza; ascoltare la deliziosa “Circle my Demise” che risale ad una delle loro prime collaborazioni, l’album rappresenta il punto d’incontro ideale del cantautorato folk con una visione impregnata da romanticismo crepuscolare elettronico che amplifica le tenui atmosfere evocate dall’impegno vocale di King Creosote, le delicate manipolazioni con rumori in presa diretta, cinguettii e svariati noises metropolitani contribuiscono in modo unico alla creazione di una tipologia di ambient innovativa dove la partitura vocale e quella strumentale interagiscono in sinergia creando una sorta di liturgia sacra dal sapore arcadico, musica e natura danzano insieme in un palcoscenico surreale con una leggerezza struggente in una rappresentazione malinconica della vita dove le sensazioni acquistano forme vive e diventano tangibili, l’album si apre con una piccola introduzione “First Watch” dove sulle note di un piano si sovrappongono chiaccherii e rumori di stoviglie poi continua con uno dei primi singoli l’incantevole “John Taylor’s Month Away” circa sei minuti di una ballata sospinta da voce, accordion e chitarra acustica e chiusa da una calma marea elettronica, “Bats in the Attic” è una stupenda song sostenuta dalla suadente voce di King Creosote accompagnata da una delicata voce femminile, “Running on Flume” è un remake di una canzone originariamente contenuta in Seaglass album del 2004. Sicuramente più ricca, con arrangiamenti più articolati che aggiungono colore e sfumature ad un originale spartano, “Bubble” è una delle sue tipiche melodie meravigliosamente semplice, anche “Your Own Spell” è una riedizione di un brano eccezionale contenuto in un album del 2003 Psalm Creek riesumato per l’occasione rafforzato da una nuova linfa vitale, “Your Young Voice” è una tenera poesia giocata fra voce e arpeggi acustici, forse l’unico appunto che si può muovere è che sono solo sette brani e l’album duri troppo poco; ma non disperate, andate alla ricerca degli EPs del 20012 e troverete tanti altri piccoli gioielli sfornati dalla premiata ditta, come in “Honest Word” che contiene l’omonimo brano assolutamente fantastico ed una versione eccezionale di “Bats in the Attic”; oppure la bellissima “Ankle Shackles” altro vecchio brano contenuto in “To Deal With Things” sempre del 2012, dilatato sin più di undici minuti assolutamente epici. Benvenuti nel microcosmo sonoro di King Creosote fatto di distese di spazi virtuali al di fuori del tempo e buon ascolto.
Febbraio 2013
Dr. LAZZARO Gaetana Dir. Medico Anestesia e Rianimazione II
Dr. MATRANGA Salvatrice Dir. Medico Anestesia e Rianimazione II
Dr. VETRANO Gaspare Dir. Medico Anestesia e Rianimazione II Responsabile U.O. Semplice Coordinamento Sale Operatorie
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R&P 2012; 28: 1-19
Sul Blog i Contenuti del Numero 24
Un Nostro Grazie a:
In Cover:
-dr. Gaetano Trabucco
In Focus:
-dr. Angelo Napoli
-dott.ssa. M. Gabriella D’Angelo
-dr. G. Geraci, dott.ssa T. Ferrante
-dr. M. Blanda, dr. G. Stiscia
In Racconti a Margine:
-al Dr. El’Fnà
e Rem
per i loro racconti
E al Dr. F. Zuccaro
per l’Immagine
“Numeri” nel Racconto
di Rem
In Out of Border:
-A Emilia Maggiordomo
e Laura Costa
In Student Corner
-dott.ssa Tania Lazzaro
-dr. Gaspare Vetrano
-dott.ssa S. Matranga
In Graffiti: -
A Katerina Dramitinou
per le Immagini dei suoi
dipinti
In Nurse Science:
-Giancarlo Cappello, Sandy Giammona,
Rosario Lombardo, Filippo Marchese,
Egman Sabrina, Maria Ziino Colanino;
ISMETT Palermo Nurses Educator
In SpotLight
-A Marina Senesi
per la
lettura dei racconti del
Premio Ucare
Ai Nostri Infaticabili:
-Ugo Sottile per la Musica,
-Andrea Cracchiolo e
Daniela Palma
per Student Corner
-Emilia Maggiordomo
e Laura Costa
per la Sezione Dedicata
alla Poesia
di cui sono le Curatrici
-i Nurses Educator Ismett
di Palermo
per la rubrica
Nurse Science,
da loro curata.
-Ad Antonio Corrado
per la sua vignetta.
Fonti N.°24, Aprile 2013
Si ringraziano altresì:
-La rivista “Trapianti”
-La SIPE
(Società Italiana Psicologia Emergenza)
-Ricerca & Pratica
-Il Pensiero Scientifico Editore
-La Fondazione Giancarlo
Quarta ONLUS
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia
PI-ME Pavia
ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
-Le Infezioni In Medicina
-Intensive Care Med 2004
Ed. Italiana
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence
www.evidence.it
-Nottidiguardia.it
Aggiornato al: 12 Aprile 2013