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“Picchio Dal Pozzo”

  Titolo: “Picchio Dal Pozzo” Autore: Picchio Dal Pozzo Anno/Editore: 1976 Grog Records/Si-wan Records Genere: Progressive Video: Guarda il video Allegato: Scarica Allegato

Recensione a cura di Ugo Sottile


Mi piace molto rispolverare questo notevole gruppo genovese di progressive italiano nato intorno al 1973 formato da Andrea Beccari voce, basso, percussioni e corno, Paolo Griguolo voce chitarre e percussioni,  Aldo De Scalzi, fratello di Vittorio dei New Trolls che compare nei flauti di Seppia e La Bolla, percussioni, voce e tastiere e Giorgio Karaghiosoff fiati voce e percussioni, l’album viene dedicato nelle note di copertina a tal Roberto Viatti che è l’italianizzazione di Robert  Wyatt  batterista dei Soft Machine, e si avvale della collaborazione di Gerry Manarolo chitarra elettrica in La  Bolla, Carlo Pascucci batteria in Napier e La Bolla, Fabio Canini batteria e percussioni in Napier,  La Floricoltura di Tschincinnata  e in La  Bolla, Ciro Perrino marimba in Seppia e Leonardo Lagorio sax contralto in Napier e La  Bolla, membri dei  pop  Mandillo e dei progressive Celeste. Siamo quindi all’inizio degli anni settanta, quando qualche coraggioso, nel tentativo di superare le stereotipe barriere dei generi, riesce a coniare nuovi  insiemi di suoni con risultati spesso straordinari; in principio c’era il kaos ma pian piano le nuove strutture cominciano a vivere di  vita propria, le soluzioni, a volte astruse con le loro geometrie atipiche, iniziano ad indossare eleganti abiti da sera per uscire allo scoperto fuori dallo splendido isolamento del loro ghetto dorato, le improvvisazioni  rappresentano fonti inesauribili di idee dove ciascuno apporta il meglio di sé in una condivisione musicale in assenza di un web allora inesistente; sono gli anni in cui l’ Inghilterra esprime gruppi come Hatfield and the North, Caravan, Camel, Gong, Henry Cow, Art Bears, National Health, Soft Machine in cui milita un certo Robert Wyatt e più tardi i Matching Mole, il Canterbury Sound raccoglie consensi e proseliti un po’ dovunque; ed è proprio in questo tipo di contesto, arricchito di assonanze Zappiane, che si muovono i Picchio dal Pozzo, come fossero in possesso di una speciale arcivernice che consente loro la creazione di paesaggi sonori surreali permeati dall’esperienza policromica dadaista o come in Rufs con la ritmica della poesia futurista. Il vecchio vinile stampato nel 1976 veniva ironicamente diviso in facciata X ”hay-fay” e facciata Y ”fay-hay” e di fatto raccoglieva esperienze dei tre anni precedenti; la versione CD risale al 1999 , si apre con l’acustica “Merta” ricca di delicati arpeggi e tastiere a sostegno di improbabili vocalizzi quindi si scivola su ”Cocomelastico” con i fiati in primo piano ed una filastrocca infantile (O quante belle figlie ha Madama Dorè) deformata da stonature e da gargarismi, il terzo episodio è la piccola suite in tre parti di “Seppia”, “Sottotitolo” di appena un minuto che serve per introdurre il secondo movimento “Frescofresco” circa otto  minuti di splendida follia dove le voci in distorsione affogano in un mare fatto di basso, tastiere, batteria e xilofono, il terzo movimento ”Rusf” con parole di Cristina Pomarici tenta a modo suo di rimettere ordine con l’autrice che recita un testo introduttivo fatto di rime ermetiche nonsense subentranti  all’interno di un frammento musicale che non ha nulla da invidiare agli “Hatfield and the North”, segue “Bofonchia” un minuto scarso di flauto e chitarra disturbati da suoni elettronici, ”Napier” ha ben altre intenzioni con il suo intro da circo metafisico, intriso di sonorità jazz scandite dal piano che si apre improvvisamente al testo poetico dell’upupa estremo simbolo di libertà assoluta dato dal suo essere senza fissa dimora per natura, analogia certamente non casuale, “La Floricultura di Tschincinnata” sembra avere fatto proprie le esperienze dei Soft Machine, “La Bolla” è una riflessione, ondeggia nell’aria con leggerezza e prelude all’ultimo frammento “Off” registrato in presa diretta come citano le note di copertina. Non a caso i Picchio dal Pozzo insieme ai milanesi Stormy Six sono gli unici rappresentanti della musica italiana presenti in un rarissimo sampler in doppio vinile con copertina serigrafata del 1982 con il nome dell’etichetta inglese Reccomended Records fatto di lustrini campeggiante nella plastica del sovracopertina,  in compagnia di  gruppi come gli Art Bears, gli Henry Cow, i Resident, Hector Zazou e lo stesso Robert Wyatt, onore al merito.                                              

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E al Dr. F. Zuccaro

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-A Emilia Maggiordomo

e 
Laura Costa

In Student Corner

-dott.ssa Tania Lazzaro

-dr. Gaspare Vetrano

-dott.ssa S. Matranga

In Graffiti:
-

A Katerina Dramitinou

per le Immagini dei suoi

dipinti

In Nurse Science:

-Giancarlo Cappello, Sandy Giammona,

Rosario Lombardo, Filippo Marchese,

Egman Sabrina, Maria Ziino Colanino;

ISMETT Palermo Nurses Educator

In SpotLight

-A Marina Senesi

per la

lettura dei racconti del

Premio Ucare

Ai Nostri Infaticabili:

-Ugo Sottile per la Musica,

-Andrea Cracchiolo e

Daniela Palma

per Student Corner

-Emilia Maggiordomo

e 
Laura Costa

per la Sezione Dedicata

alla Poesia

di cui sono le Curatrici

-i Nurses Educator Ismett

di Palermo

per la rubrica

Nurse Science,

da loro curata.

-Ad Antonio Corrado

per la sua vignetta.


Fonti N.°24, Aprile 2013

Si ringraziano altresì:

-La rivista “Trapianti”

-La SIPE

(Società Italiana Psicologia Emergenza)

-Ricerca & Pratica

-Il Pensiero Scientifico Editore

-La Fondazione Giancarlo

Quarta ONLUS

-IL Giornale Italiano di Medicina

del Lavoro Ergonomia

PI-ME 
Pavia

ISSN 1592-7830

http://gimle.fsm.it

-Le Infezioni In Medicina

-Intensive Care Med 2004

Ed. Italiana

-Biomed Central Open Acces

http://www.biomedcentral.com/

-Evidence 

www.evidence.it

-Nottidiguardia.it

 

 

 

 

Aggiornato al: 12 Aprile 2013



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