INTRODUZIONE
L’ADHD (acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo neurobiologico dell’età evolutiva, le cui manifestazioni cliniche nucleari sono la difficoltà a prestare attenzione, comportamenti impulsivi e un livello di attività motoria accentuato che si manifestano più frequentemente e in maniera più intensa che in altri bambini della stessa età o livello di sviluppo. I sintomi sono solitamente evidenti in età scolare, più frequentemente nei maschi rispetto alle femmine (circa 3:1), e possono persistere fino all’età adulta2. A fronte di una prevalenza mondiale complessiva dell’ADHD nei bambini e adolescenti del 5,29% (IC 95%=5,01-5,56), le singole stime variano molto non soltanto tra aree geografiche ma anche all’interno di una stessa area geografica o paese3. In Italia, in particolare, la prevalenza varia dall’1% nella popolazione di età compresa tra 6-17 anni, in accordo con l’estrapolazione dei dati dal Registro nazionale ADHD riferiti alla Regione Lombardia, al 3%, stimata in un campione di circa 6000 bambini e adolescenti (5-15 anni) mediante screening nelle scuole elementari e medie della città di Siracusa e successiva valutazione clinica strutturata. Tuttavia, va sottolineato come a tale variabilità dei tassi di prevalenza corrisponda spesso una eterogenea modalità di valutazione diagnostica utilizzata negli studi, e questo può rappresentare una possibile spiegazione per queste differenze6,7. Infatti, le procedure di valutazione diagnostica sono probabilmente un importante determinante dell’ampia variabilità dei tassi di prevalenza. Secondo le linee guida italiane, in accordo con le indicazioni europee, la terapia per l’ADHD si basa su un approccio multimodale che combina interventi psicosociali con terapie mediche. Ogni intervento va adattato alle caratteristiche del soggetto in base all’età, alla gravità dei sintomi, ai disturbi secondari, alle risorse cognitive, alla situazione familiare e sociale. Gli interventi psicologici includono il lavoro con i genitori, con gli insegnanti e con il paziente stesso, mentre l’intervento farmacologico prevede gli psicostimolanti (il metilfenidato in particolare) come farmaci di prima scelta quale parte di un piano multimodale di trattamento per bambini con forme gravi di ADHD. Secondo alcuni autori la prevalenza è aumentata notevolmente negli ultimi dieci anni in diversi paesi, così come le prescrizioni dei farmaci comunemente utilizzati nel trattamento dell’ADHD. I termini quali sovradiagnosi e sovratrattamento negli ultimi anni sono stati, infatti, spesso associati all’ADHD, ma stime recenti mostrano che i tassi di prevalenza non sono variati in funzione del tempo e che la variabilità osservata si spiega con le caratteristiche metodologiche degli studi. In particolare, non emerge un aumento nel numero di bambini con ADHD (prevalenza) quando si utilizzano procedure diagnostiche e di valutazione della compromissione del funzionamento di tipo standardizzato. Nel giugno 2011, a seguito della precedente esperienza nazionale del Registro italiano solo per soggetti ADHD in trattamento farmacologico istituito nel 2007, un Registro regionale è stato attivato in Regione Lombardia per garantire un’adeguata valutazione dell’ADHD ad ogni bambino e adolescente fin dal momento in cui il disturbo fosse sospettato o segnalato. Il Registro regionale è stato quindi concepito come registro di malattia raccogliendo informazioni relative non solo ai pazienti con diagnosi di ADHD in trattamento farmacologico (come previsto dal Registro nazionale), ma anche a tutti i pazienti che afferiscono ai Centri di Riferimento con sospetto ADHD. Il Registro lombardo dell’ADHD è stato attivato a partire da giugno 2011 nell’ambito del progetto “Condivisione dei percorsi diagnostico-terapeutici per l’ADHD in Lombardia”. Il progetto prevede oltre a un registro regionale di casi anche iniziative di formazione per operatori sanitari coinvolti nell’assistenza del paziente con ADHD e della sua famiglia, e di informazione sul disturbo. L’obiettivo principale del progetto è quello di garantire ai bambini e adolescenti che accedono per sospetto ADHD ad uno dei 18 Centri di Riferimento della Regione Lombardia percorsi diagnostico-terapeutici appropriati e omogenei, attraverso l’applicazione di un protocollo condiviso di valutazione e monitoraggio del disturbo. In questo studio verranno presentati i dati raccolti relativi al periodo 2012-2013.
(Photo : Flickr/LeoAmadeus)
Si ringrazia Il Pensiero Scientifico Editore che ne detiene il copyright
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(edizione 2012)
Task Force: G Bettelli, G. Della Rocca, M. Fusari , P. Martorano, P. Mastronardi, M.Solca, G. Torri
Gruppo di Studio Sicurezza in Anestesia: E. Adrario, G. Arena, M. Astuto, G. Bettelli, E. Calderini, A. De Gasperi, M. Fusari, Y Leykin, L. Lorenzini, L. Lubatti, C. Pace, L. Piazza, C. Pontecorvo, R. Rago, I. Salvo, M. Sammartino, M. Solca, V. Sonzogni, S. Taddei, G. Torri
Caltabellotta A., Iacono A.
Evidence 2014;6(9):e1000089
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Sul Blog i Contenuti del Numero 28
Dicembre 2014
Un Nostro Grazie a:
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i Nurses Educator Ismett di Palermo
per la rubrica Nurse Science,
da loro curata.
Fonti N.°28, DICEMBRE 2014
Si ringraziano altresì:
- Board della SIAARTI e Pamia
- Recenti Progressi in Medicina
-Ricerca & Pratica
-Il Pensiero Scientifico Editore
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com
-Evidence www.evidence.it
GIMBE