Solaris
Stanislao Lem
 
2007 Mondadori


Nel momento della sua più gloriosa espansione - i viaggi interstellari - l'uomo si imbatte in un enigma insolubile, una sfida impossibile. E' il pianeta Solaris, un pianeta "vivo": la sua essenza, le sue ragioni travalicano la capacità della mente umana; di fronte a esso anche la scienza più evoluta è impotente. Solaris è capace di far perdere all'individuo la propria identità, di ridurlo a brandelli di coscienza, di obbligarlo a confrontarsi con il proprio groviglio di conflitti interiori.
Sull'oceano vivente che costituisce la superficie di Solaris, un oceano che assume continuamente una miriade di forme effimere e incomprensibili, ruota una stazione orbitante di studio; all'interno, tre scienziati, ciascuno chiuso nella propria solitudine, ciascuno in balia degli incubi e dei miraggi che il pianeta proietta su di loro. Fino a ridurli al proprio nucleo essenziale, di cui magari si vergognano a morte, ma ancora capaci di misurarsi con i grandi interrogativi dell'universo. Capolavoro che ha reso famoso Lem in tutto il mondo, immortalato anche da Tarkovskij in un celebratissimo film, "Solaris" è un grande classico della fantascienza del Novecento.

NEWTON - Morto Stanislao Lem, precursore della fantascienza

Non ha mai sostituito la sua vecchia macchina per scrivere con il personal computer Stanislao Lem, morto il 27 marzo a Cracovia all'età di 85 anni, ritenuto uno dei più creativi e originali autori di fantascienza a livello mondiale.
Nato a Leopoli, ora in Ucraina, figlio di un medico, voleva studiare al Politecnico ma alla fine si era dedicato a studi medici mentre durante la seconda guerra mondiale per sopravvivere alla repressione nazista ha lavorato da meccanico e saldatore.
Trasferitosi a Cracovia ha continuato i suoi studi ma, in un paese del regime comunista isolato dalla cultura occidentale, il suo interesse si era allargato alle scienze naturali, alla psicologia, alla metodologia della scienza per dare inizio alla futurologia, la nuova disciplina della quale Lem è stato uno dei primi fondatori. ''Lem è stato prima di tutto un grande pensatore mentre l'attività letteraria gli serviva per dire le cose importanti sull'uomo e sul mondo" ha detto il prof. Jerzy Jarzebski che ha curato l'edizione della opera omnia di Lem. Il suo primo romanzo,'L'uomo sul Marte", uscì a puntate nel 1946. Cinque anni dopo, con il libro 'L'austronauta" Lem è stato riconosciuto precursore della letteratura di science-fiction.
Per Maciej Parowski, redattore della rivista polacca 'La nuova fantastyka", tutti gli scrittori polacchi di fantascienza della seguente generazione, compreso Andrzej Sapkowski sono ''allievi di Lem''.
I suoi libri fra i quali "Solaris" (1961), "Ciberiada" (1965), "Il racconto sul pilota Perxie" (1968) sono stati tradotti in 41 lingue, compreso l'italiano e stampati in oltre 27 milioni di copie. Nel 1973 Lem è diventato il membro di Science Fiction Writers of America, l'associazione che poi lo ha espulso a causa delle sue opinioni critiche sulla letteratura di fantascienza americana.
Verso la fine degli anni Ottanta, l'attività letteraria di Lem è diventata meno dinamica anche in vista del rapido sviluppo della scienza e tecnica moderna che in un certo senso ha superato le idee lanciate da Lem nei suoi libri.
Lo scrittore polacco poche volte si era allontanato nel dopoguerra da Cracovia, ma dopo l'introduzione dello stato di guerra in Polonia da parte del generale Wojciech Jaruzelski, il 13 dicembre del 1981 ha lasciato per sei anni il suo paese ed è andato vivere in Germania ed in Austria. Tornato nel 1988, fra i diversi riconoscimenti ricevuti, Lem è stato insignito con l'Aquila bianca, la massima onorificienza dello stato polacco.

Solaris: un libro, due film di Umberto Rossi
dal sito del sindacato critici cinematografici
http://www.sncci.it/default.asp?content=%2F34%2F50%2F1402%2Farticolo%2Easp%3F

Un libro, due film. Stanislaw Lem, scrittore polacco di fantascienza morale, pubblicò Solaris nel 1961. Il libro interessò molto i cultori del genere, i critici e i filosofi. Vi si racconta di un misterioso pianeta Solaris – Oceano che si comporta come un essere vivente ed è in grado di catalizzare i ricordi di quanti lo avvicinano restituendoli come persone reali in tutto e per tutto. E’ quanto capita anche allo psicologo Chris Kelvin inviato lassù per capire perché i membri superstiti di una precedente missione stanno fornendo risposte vaneggianti alla base terrestre. Lui stesso, giunto sulla base spaziale, cade preda del pianeta vivente e rivive la storia d’amore con la moglie, suicidatasi dieci anni prima dopo un duro litigio. Siamo dalle parti di quella fantascienza morale che tanto appassiona studiosi e filosofi. Un tema complesso e sviluppato con una tale ricchezza da consentire molte letture. Vi fu chi lo lesse come una prefigurazione di uno stato totalitario, capace di controllare persino le menti. E' un universo supertecnologico e oppressivo che si muove sulla scia di quello descritto da Aldous Huxley ne Un mondo nuovo. Altri, invece, vi colsero una storia psicologica, un incubo mentale in cui il ricordo diventa una cicatrice indelebile.
Andrej Tarkovskij si è rivolto prevalentemente al primo filone quando, nel 1972, ha portato sullo schermo il libro per la prima volta. La sua è una lettura politica a cui aggiunse una notevole dose di misticismo. Il progetto è reso evidente dall’aggiunta di una lunga introduzione, ambientata sulla terra, e da un finale in cui il panorama terrestre si sposta sul pianeta. Queste sequenze furono incautamente sforbiciate da Dacia Maraini quando curò l’edizione italiana del film.
Steven Soderbergh, invece, prende in mano il libro per trarne un testo nettamente psicologico con l’idea di dimostrare come l’uomo non può mai liberarsi del proprio passato, soprattutto quando ad esso lo riallacciano pesanti sensi di colpa. Le responsabilità non si cancellano anche a distanza di anni, al punto che ciascuno di noi è costretto a rivivere all’infinito ciò che ha e non vorrebbe aver fatto. Tanto il regista russo appare intriso di morale cattolica, altrettanto l’americano è debitore alla cultura protestante. Per lui la trasposizione del romanzo è l’occasione per una riflessione più psicologica che morale. La sua è una scelta intimista e autoriflessiva.

Questa non è pubblicità commerciale, ma na segnalazione ai nostri lettori nel rispetto del progetto editoriale Timeoutintensiva"


 
tratto dal numero 14