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Focus

Un Reparto "Aperto" alla Vita. Video.

31/01/2009  
Dott.sse Clara Suppa, Carlotta Montinaro, Psicologhe.

Ricerca Condotta presso la Terapia Intensiva Aperta del S. Giovanni Bosco di Torino, diretta dal Dr. Li Vigni, Gennaio 2009


[Le Dott.sse Clara Suppa e Carlotta Montinaro, Psicologhe, nel Gennaio 2009 hanno portato avanti una Ricerca dal titolo Formare all’Apertura delle Terapie Intensive sulla Rianimazione Aperta ai familiari h 24 del S. Giovanni Bosco di Torino diretta dal Dr. Livigni. Qui trovate una Intro all’allegato, il video di quella esperienza -Le autrici del filmato sono le Dottoresse Alice Castagneri e Mariangela Di Stefano.- e in allegato la loro interessante ricerca sulla Rianimazione Aperta Ai Familiari.(n.d.r.)]

 

Formare all’Apertura delle Terapie Intensive


Intro

A Torino all'Ospedale San Giovanni Bosco si muovono i primi passi verso una Rianimazione Aperta che garantisce un più stretto contatto tra i pazienti e i loro cari. La Rianimazione Aperta dà importanza al concetto di umanizzazione del paziente. Questa unità presenta una struttura circolare che non solo facilita il lavoro di medici e infermieri durante le emergenze, ma riesce a trasmettere un significato di apertura intesa come abbattimento di barriere fisiche, temporali e relazionali. La necessità di un contatto continuo tra chi è costretto a stare a letto e i suoi parenti è innegabile. La comunicazione tra pazienti, parenti e personale sanitario è fondamentale. Di particolare importanza è la figura dell'infermiere che si pone come tramite per cogliere quelle emozioni che spesso non vengono comunicate al medico.

Il rispetto per l'individuo implica non solo l'interesse per la sua soggettività, ma anche l'utilizzo di tutti gli strumenti culturali e tecnici, come la Psicologia, capaci di ridurre o limitare il danno complessivo sotto tutti i punti di vista.

All'interno dell'ospedale è stato girato il video “Un reparto aperto alla vita” che ha partecipato al concorso giornalistico “Ilaria Alpi”. Le autrici del filmato sono le Dottoresse Alice Castagneri e Mariangela Di Stefano. Nel video sono stati intervistati medici, infermieri e parenti dei pazienti della Rianimazione per raccontare esperienze e punti di vista differenti di chi si trova all'interno del reparto. In particolare Il Dott. Sergio Livigni parla di una Rianimazione aperta 24 ore su 24. Ci sono delle critiche a riguardo, per esempio il problema infettivo, ma la letteratura ha dimostrato che non è la presenza del calzare o del camice che viene dato ai familiari, a limitare il numero delle infezioni, poiché tali infezioni sono determinate soprattutto dagli operatori  stessi.

Livigni sottolinea quanto sia fondamentale comunicare nel modo giusto le notizie difficili. Purtroppo gli operatori sanitari (medici,infermieri,o.s.s.) non hanno una formazione che li prepari alla comunicazione. L'obiettivo rimane quello di cercare di dare il meglio per superare la patologia, spesso dimenticando la volontà del malato, aspetto che si dimostra fondamentale.

L'operatore medico si dice perplesso a gestire il proprio lavoro con la presenza del parente, sentito come “intralcio”. Detto ciò si evidenzia l'importanza di una formazione specifica alla rianimazione aperta.

Anche la Caposala abbraccia il modello di rianimazione aperta, anche se richiede un grosso lavoro del personale infermieristico, sia a livello di percorso individuale, sia nella preparazione alla relazione d'aiuto. E' importante lavorare psicologicamente all'interno dell'équipe, cercando di trovare  delle strategie adeguate.

L'operatore professionale trova difficoltà nell'organizzare il cambiamento che la presenza del familiare del paziente comporterebbe; è importante percepire questo cambiamento come crescita professionale e individuale.

Il progetto è nato da una precisa mission del reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Giovanni Bosco di Torino che da tempo si occupa del tema della biotica in ambito ospedaliero.

Il processo di umanizzazione della terapia intensiva prevede la preparazione dei familiari, ma sopratutto degli operatori.

Infatti, il rispetto per l'individuo implica non solo l'interesse per la sua soggettività, ma anche l'utilizzo di tutti gli strumenti culturali e tecnici,come la psicologia, capaci di ridurre  o limitare il danno complessivo sotto tutti i punti di vista.

Il progetto ha come obiettivo fondamentale quello di ottenere la creazione ed il consolidamento di “una rianimazione aperta” che possa offrire un reparto di maggiore qualità sotto più punti di vista: quello del paziente, dei familiari e di tutti gli operatori sanitari. La Psicologia diventa risorsa per la Medicina contribuendo a gestire:

-      la sofferenza dei pazienti in cura nel reparto

-      la conduzione in caso di dimissioni

-      il prendere in carico i familiari disorientati dall'evento traumatico, e gli operatori più direttamente coinvolti.

 

BIBLIOGRAFIA

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*Nella Foto le Dott.sse Clara Suppa e Carlotta Montinaro autrici della Ricerca durante le riprese del Video

 

**Le autrici del filmato sono le Dottoresse Alice Castagneri e Mariangela Di Stefano.

 

 

Video: Guarda il video Allegato: Scarica Allegato
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Fonti N.°25, Settembre 2013
Si ringraziano altresì:
-la ASSR
-Medicina Subacquea ed Iperbarica
e la S.I.M.S.I.
-Il Pensiero Scientifico Editore
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia
PI-ME 
Pavia
ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
-Intensive Care Med 2004
Ed. Italiana
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence
www.evidence.it
-Nottidiguardia.it

 
 
 
Aggiornato al: 17 Settembre 2013



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