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Racconti a margine

"L'uomo nero". Video.

04/09/2013  
Sergej Aleksandrovič Esenin, 1925.
Video: Estratto da "Bene! Quattro modi diversi di morire in versi" - poesie di Blok, Pasternak, Esenin e Majakovskij - 1977, di Carmelo Bene. 


L'Uomo Nero

 

Amico mio, amico mio,

sono molto molto malato.

Io stesso non so da dove mi venga questo male.

Se sia il vento che sibila

sul campo vuoto e deserto,

forse, come a settembre al boschetto,

è l'alcool che sgretola il cervello.

La mia testa sventola le orecchie,

come fa un uccello con le ali.

La mia testa non è più capace

di ciondolarsi sul collo.

Un uomo nero,

nero, nero,

un uomo nero

si siede sul mio letto,

un uomo nero

non mi lascia dormire per tutta la notte.

L'uomo nero

scorre il dito su un libro turpe

e, con canto nasale sopra di me,

come un monaco su un morto,

mi legge la vita

di un certo mascalzone e furfante,

cacciando nell'anima angoscia e paura.

L'uomo nero

nero, nero...

"Ascolta, ascolta, -

mi farfuglia, -

nel libro ci sono molti bellissimi

pensieri e progetti.

Quest'uomo

viveva nel paese

dei più repellenti

teppisti e ciarlatani.

In dicembre in quel paese

la neve è pura fino al demonio,

e le bufere mettono in moto

i più allegri filatoi.

Quell'uomo era un avventuriero,

ma della marca migliore

La più alta.

Egli era elegante,

e per giunta poeta,

anche se piccola,

afferrava la sua forza,

è una certa donna,

che aveva quarant'anni e passa,

lui la chiamava bambina cattiva

e la sua amata".

"La felicità - diceva,-

è destrezza di mente e mani.

Tutte le anime maldestre

sono note per la loro infelicità.

Non importa,

se molti tormenti

sono frutto di gesti

tortuosi e menzogneri.

Nelle tempeste, nei temporali,

nella gelida vita,

nelle perdite gravi

e quando sei triste,

apparire sorridente e semplice -

è l'arte più sublime del mondo".

"Uomo nero!

Non osare questo!

Tu non sei in servizio

come un palombaro.

Che m'importa della vita

di un poeta scandaloso.

Per favore, a qualcun altro

leggi e racconta".

L'uomo nero

mi guarda fisso.

e gli occhi si tingono

di un vomito azzurro,

quasi volesse dirmi,

che io sono delinquente e ladro,

che in modo svergognato e impudente

ha derubato qualcuno.

 

Amico mio, amico mio

sono molto molto malato.

Io stesso, non so da dove mi venga questo male.

forse è il vento che sibila

sul campo vuoto e deserto,

forse, come a settembre al boschetto,

è l'alcool che sgretola il cervello.

Notte di gelo...

La pace al bivio è silenziosa

sto solo alla finestra,

non aspetto né amico né ospite

tutta la pianura è ricoperta

di una calce friabile e molle,

e gli alberi, come cavalieri,

sono a raduno nel nostro giardino.

Da qualche parte piange

un uccello notturno malefico.

I cavalieri di legno

seminano un rumore di zoccoli.

Ecco di nuovo questa cosa nera

che siede sulla mia poltrona,

solleva un po' il suo cilindro

e incurante butta all'indietro le falde del pastrano.

"Ascolta, ascolta! -

mi fa con voce sgradevole, guardandomi in faccia,

ancora più vicino

ancora più vicino mi si inchina. -

non avevo mai visto che qualche

delinquente

in modo così inutile e sciocco

soffrire d'insonnia.

Ah, forse mi sono sbagliato!

Perché adesso c'è la luna.

Di che cosa ancora ha bisogno

questo piccolo mondo mezzo addormentato?

Forse, con le sue grosse cosce

"lei" verrà di nascosto,

e tu le leggerai

la tua fiacca lirica ormai sfiatata?

Ah, io amo i poeti!

gente divertente.

In loro trovo sempre

una storia famigliare al cuore,

come quella di una studentessa piena di brufoli

e di un mostro dai lunghi capelli

che le parla dei cosmi,

tutto bramoso di desiderio sessuale.

Non so, non ricordo,

in un villaggio,

forse, in quel di Kaluga,

o forse, in quel di Rjazan',

viveva un ragazzo

in una semplice famiglia contadina,

con i capelli gialli,

con gli occhi azzurri...

Ed ecco che divenne adulto,

e per giunta poeta,

anche se piccola

afferrava la sua forza,

e una certa donna,

che aveva quarant'anni e passa

lui la chiamava bambina cattiva,

e la sua amata".

"Uomo nero!

Tu sei un pessimo ospite.

Questa fama di te

da molto tempo corre in giro".

Sono furibondo, fuori di me,

e vola il mio bastone

giusto addirittura contro il suo muso,

alla radice del naso

 

La luna è morta,

azzurreggia alla finestra l'alba.

Ah tu, notte!

Che m'hai combinato, notte?

Me ne sto in piedi qui col mio cilindro.

Non c'è nessuno con me.

Sono solo...

Con uno specchio in frantumi...

 

S.A. Esenin

 

 

 

 

Video:

interpretato da Carmelo Bene

Caricato in data 18/lug/2010

Estratto da "Bene! Quattro modi diversi di morire in versi" - poesie di Blok, Pasternak, Esenin e Majakovskij - 1977, di Carmelo Bene. 
"L'uomo Nero" di Sergej A. Esenin.
 Musiche di Vittorio Gelmetti.

Nella Foto: S.A. Esenin

Video: Guarda il video Allegato: Scarica Allegato
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per la rubrica
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-Ad Antonio Corrado
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Fonti N.°25, Settembre 2013
Si ringraziano altresì:
-la ASSR
-Medicina Subacquea ed Iperbarica
e la S.I.M.S.I.
-Il Pensiero Scientifico Editore
-IL Giornale Italiano di Medicina
del Lavoro Ergonomia
PI-ME 
Pavia
ISSN 1592-7830
http://gimle.fsm.it
-Intensive Care Med 2004
Ed. Italiana
-Biomed Central Open Acces
http://www.biomedcentral.com/
-Evidence
www.evidence.it
-Nottidiguardia.it

 
 
 
Aggiornato al: 17 Settembre 2013



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