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Music

“Life is People”

  Titolo: “Life is People” Autore: Bill Fay Anno/Editore: 2012 Dead Oceans Video: Guarda il video Allegato: Scarica Allegato

Recensione a cura di Ugo Sottile


Dopo circa quarant’anni di silenzio, etereo come un fantasma, ricompare dal passato, con uno spirito mai aggressivo ma sempre indomito e fortunatamente testardo, Bill Fay con una vena creativa che non sembra essersi arrugginita anzi pare che il tempo solo con il suo trascorrere abbia aggiunto nuove fragranze ad un vino già buono all’origine. Solo un paio d’album all’attivo agli inizi degli anni settanta che avevano lasciato un ottimo ricordo ed è bellissimo ritrovare la sua musica intatta, le sue arie cristalline hanno mantenuto il fascino di allora, addirittura sembrano avere acquisito nuovo vigore dopo un lungo riposo. La sua musica continua ad esplorare con infinita delicatezza i temi a lui più cari l’identità dell’uomo, i sentimenti, l’impegno sociale e la sopravvivenza dell’ambiente, ma quello che nei primi anni settanta poteva essere un credo assoluto, con il tempo si è dimostrato solo una affascinante utopia, poco di ciò che credevamo potesse trasformare il mondo si è realizzato sino ad oggi, forse la grande illusione è finita, ma basta ciò per arrendersi ? Oppure bisogna, citando Amleto, affrontare i colpi di un fato oltraggioso e continuare a lottare anche nella consapevolezza di una sconfitta? Penso che uno spirito incontaminato come quello di Bill Fay non si ponga nemmeno la domanda perché è spinto da una esigenza interiore, ché i suoi invisibili semi possano attecchire e diventare piante vigorose. Il suono è sempre tipico appartiene alla tradizione folk/ blues/country/ anche se la componente cantautorale è sempre in prima fila, la traccia iniziale “There is a Valley” con le tastiere in sottofondo vagamente dylaniane scivola nel suono greve dell’introspettiva “Big Painter” con evidenti riferimenti al Grande Creatore, “The Never Ending Happening” è solo piano e viola aggiunta nel finale che accompagnano un recitativo dal gusto amaro sul senso della vita, “This World“ adotta soluzioni più formali che lo rendono probabilmente il brano più accattivante dell’album, “The Healing Day” continua ad affascinarci con il suo suono rallentato giocato fra archi e tastiere, in “City of Dreams” prende vita un blues dalla splendida fattura pieno di ombre e nebbia, “Be at Peace with Yourself” assume i toni del gospel grazie alla presenza per niente ingombrante dei cori, “Jesus etc…” è una splendida cover di un brano dei Wilco con echi Reediani trasversali, in ”Empires” si riescono a toccare con mano le volute di fumo che attraversano nella penombra i fasci delle luci di un locale buio e fumoso, il sapore sporco del classico blues elettrico viene contaminato dagli archi in sottofondo che gli conferiscono una preziosa eleganza, “Thank You Lord” è una lenta ballata quasi mistica, “Cosmic Concerto (Life is People)” il brano che dà il titolo all’album è l’apoteosi, con la sua articolata struttura sinfonica dà l’esatta misura della romantica ed incontrastata fiducia nel genere umano, un’autentica dichiarazione d’amore a tratti disarmante; l’album si chiude con il lieve  sussurro interlocutorio di “The Coast No Man can Tell” solo piano e voce.


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Aggiornato al: 20 Dicembre 2012



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