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Curatori Scientifici
sulla Medicina della Narrazione in Terapia Intensiva


Curatori Scientifici sulla Medicina della Narrazione in Terapia Intensiva

L'idea di questo sito su Terapia Intensiva ed esperienza relazionale, in una parola psicoanalisi dei gruppi, nasce nel 1997 in una Rianimazione, un mondo che non appartiene al mondo conosciuto e noto ai più. In un momento di difficoltà legato all'essere soli, per il pensionamento del Primario, ad autogestire un reparto di Rianimazione di buon livello ci fu l'incontro con uno psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico che si occupava di esperienze di gruppo tra medici. L' esperienza gruppale, condotta attraverso incontri sistematici o informali coordinati dallo psicoterapeuta, ha accompagnato per alcuni anni il nostro lavoro ed ha cambiato molto di noi. Dopo tre anni il reparto era cresciuto, i pazienti, i loro familiari, la cura e noi stessi eravamo ormai all'interno di un flusso gruppale che ci ha migliorati sia nel lavoro che nelle relazioni umane. Questi incontri di formazione sono stati un’esperienza unica, in un luogo e in uno spazio si è condivisa e quindi compresa la complessa dolorosa realtà che fa da sfondo alle tecniche rianimatorie, a come ci si può rapportare con le difficoltà, con il senso di inadeguatezza, con l’ambiguità che ogni Rianimatore vive rispetto alla malattia curabile o incurabile. Nel 2002 una partecipante al gruppo fece un master in “formazione dei formatori” e portò come tesi questa esperienza anche narrativa. Tutti scrivemmo molto, nacquero molti racconti su esperienze fatte con pazienti, in stile "narrating and remembering". Si pensò ad un libro ma non se ne fece nulla. Poi le cose sono cambiate. Alcuni sono andati via ad altri incarichi. Sono arrivati molti giovani intensivisti, il reparto si è ipertecnologizato, il mondo è andato avanti ma quel filo è rimasto ed anche il dibattito sui temi che quella esperienza aveva toccato. Così anni dopo il seme piantato ha dato vita a questo punto di incontro, informazione e dibattito sui temi specifici trattati. Nella speranza di portare numero dopo numero il lettore ad una conoscenza sempre più approfondita dei problemi trattati.

Perchè timeout intensiva: "Parlare con il malato che non c'è" La modulazione affettiva nella formazione degli operatori di terapia intensiva.

l titolo allude alla particolare situazione emotiva in cui si trova ad operare chi lavora in una Rianimazione, dove le cure sono rivolte, il più delle volte, a pazienti non interagenti perché in coma o perché troppo critici. Questo rende allora necessaria una formazione di questi operatori, non solo rivolta alla componente scientifica del loro lavoro ma anche alla componente affettiva. Non alienare le emozioni dalla professione del Medico ed anzi inserirle nella sua formazione è compito, a nostro parere, degli intensivisti, dato che “il contatto emotivo ha per la nostra mente la stessa funzione che ha l’ossigeno per il nostro organismo. Quindi l’assenza di contatto emotivo è per noi l’equivalente del lavoro anaerobico”. Il Medico infatti oggi rischia di non essere più un interprete inserito in un processo di cura, ma un esecutore di protocolli stabiliti a partire da modelli di malattie ideali e non da pazienti reali. In Terapia Intensiva questo rischio esiste grazie alla possibilità di rilevare molti parametri sofisticati ed utili.... Il racconto, raccontarsi i malati, le nostre emozioni la percezione della cura ci serve allora per esprimere concetti non comunicabili con i soli termini scientifici, consentendoci di superare la ristrettezza espressiva della terminologia scientifica, usando termini comuni che non fanno parte di tale terminologia. Questa è una sfida che oramai si impone a noi Medici per non essere schiacciati dalla nostra stessa Scienza che nonostante i continui progressi non è "esatta" e mantiene in sé quella componente di "Scienza anormale" che continua a renderla "un'Arte".

Unità Paziente versus Gruppo Paziente
Crediamo inoltre di dover uscire dalle ristrettezze di ciò che al momento viene definita l' "Unità Paziente", cioè il paziente e le attrezzature per praticare la rianimazione e la terapia intensiva, per rinominarla "Gruppo paziente". Qui, oltre alla tecnologia e al malato, devono essere considerati anche i familiari, noi operatori tutti, la cura ed il suo tempo, cioè proprio la storia di tutto il gruppo "paziente". Ed è proprio questo gruppo carico di sentimenti ed emozioni, che, se esplicitati e contenuti e quindi profondamente compresi, partecipa al processo di guarigione. Questa è la motivazione che ci ha spinto ad ideare questo punto di incontro tra pensieri diversi.

Ideatore del progetto e webwriting
Gli operatori di Terapia Intensiva, per i più, sono quelli che nei telefilm trattano senza paura le emergenze, risolvono casi drammatici ed ad ogni puntata sono uguali a se stessi. La vera differenza è che noi Rianimatori viventi non siamo uguali a noi stessi, questo lavoro ci cambia giorno per giorno, ci impone un dolore ed una sofferenza a volte difficili da sopportare. Ho partecipato all'esperienza gruppale riportata ed ho proposto ai curatori scientifici del sito che con me avevano iniziato questa impresa col gruppo, di continuare il viaggio partecipando a timeoutintensiva.it, sito proprietario no profit autofinanziato; punto d'incontro tra operatori sanitari di Terapia intensiva, anestesisti, medici, nurse, psicologi, psicoanalisti, appassionati della materia e di quanto pubblichiamo, interessati alla terapia intensiva, alla psicoanalisi ed all'evoluzione ( gruppo paziente) del concetto di "unità paziente" intendendosi con questo termine sino ad oggi com'è noto, oltre al paziente in sè anche le attrezzature necessarie a praticare la terapia intensiva e garantirne la sopravvivenza. S.Vasta

Nota personale:
Questo dono che mi sono fatto, è dedicato al tempo e la memoria, la storia di un gruppo di "operatori di Terapia intensiva", che per e con i malati ed insieme ai familiari tentarono sempre di salvare una vita cercando di restituirla ad una vita dignitosamente vissuta. Senza tutto questo, Timeoutintensiva semplicemente non esisterebbe. S.V.

Webmaster: Giuseppe Sciascia, www.giuseppesciascia.com

Ultima modifica 17.06.2010
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