Aggredì quel vecchio, più che violaceo nerarstro, col bisturi dritto alla gola, lei quasi a cavalcioni su quell'uomo riverso sulla barella. Due amanti in un corpo a corpo. Gridava "datemi una cannula un tubo quello che caspita volete.. si sta arrestando!!!". Mentre il sangue sprizzava tutto intorno da una svirgolata che gli aveva dato con la lama sul pomo d'adamo, imperterrita ficcava in tutto quel rosso un tubicino largo un mignolo; in quel momento il cuore si arrestò. "Tumb!" un gran pugno sullo sterno.
Ripartì intanto che davamo ossigeno ai suoi polmoni tramite quel tubo che gli usciva fuori dalla gola. Sudata e scarmigliata, insanguinata come fossimo al mattatoio, Francesca si schiarì la voce: "Aveva la laringe completamente chiusa non respirava si stava arrestando e non si riusciva ad intubarlo... ci stai tu un attimo?" e andò di là a lavarsi e cambiarsi.
il pte ora è più sveglio, un pò più roseo. Il sangue attorno alla cannula cola piano in un rivolo. Ci vogliono punti. E' lei stessa a darglieli. Lui ora ha aperto gli occhi, ci ha guardati con un misto di stupore come al primo risveglio.
"Aveva avuto una crisi di laringospasmo a casa, tirava ma non riusciva a far entrare aria nei polmoni, così era andato direttamente nel reparto dove lo curavano. Aveva bussato e bussato, era notte fonda ma quando gli aprirono, e lo videro in quello stato, quasi morto come diciamo noi, lo hanno messo su una barella e ce lo hanno portatoi qui di corsa. E' arrivato nero come un cappotto, che potevo fare... l'ho tracheostomizzato a volo, forse un pò troppo artisticamente data la virgola che gli ho fatto sul collo..." per cappotto qui si intende anche la bara. In un nome un tutto, causa ed effetto...
Più tardi il pte ormai sveglio mi dirà a cenni di chiamargli la dottoressa. Attraverso quel tubicino una macchina gli insuffla aria nei polmoni. Non può parlare ma le scrive grazie, e poi si indica, deglutisce e scrive ancora: mi fa male. E la guarda...
Lei gli aggiusta la coperta, con uno scatto si gira, si pulisce gli occhiali, vedo come un sorriso amaro, mi guarda senza guardarmi.
"Forse siamo stati troppo aggressivi, che dici?!? con un senso di dolore per l'altro; ma é più una affermazione che un sospetto. Io mi giro e vedo che il malato fa cenni all'infermiere che vuole bere, ha sete." No, le rispondo, solo il giusto."
Quel signore dopo anni ci telefona ancora sanando quel dubbio.
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